Se sei in ansia da “perché mio figlio vuole stare sempre in braccio” o se, piuttosto l’ansia te la fanno venire altre persone, puoi finalmente stare tranquilla: è tutto normale, anzi, naturale. Per riuscire a capire davvero il perché, bisogna rifarsi alla storia dell’evoluzione umana. Così indietro? Eh, si, il tutto inizia proprio da lì. Quindi, basta pensare che stai sbagliando o peggio, che stai “viziando” il tuo bambino, perché, come vedrai, non si tratta affatto di vizi o capricci. C’è qualcosa che va oltre, e che spesso siamo portati a dimenticare: la nostra natura umana.
Troppo spesso ci impelaghiamo in convenzioni sociali, e piangiamo da un occhio, anzi due, anche quando potremmo stare davvero sereni. Perché accade? Perché siamo sempre meno in contatto con la nostra parte naturale e ci ascoltiamo poco, anzi quasi per niente.
Vuole stare sempre in braccio perché è un bisogno, non un vizio!
Bambini che vogliono stare sempre in braccio ne abbiamo? Per fortuna la risposta è si, e credimi se ti dico che è proprio quella giusta. Sentiamo sempre parlare di bisogni, ma cosa ne sappiamo davvero?
I bisogni si distinguono in “bisogni omeostatici” che sono indispensabili per sopravvivere (dal greco ὅμοιος+στάσις “òmoios+stasis” “uguale posizione”) che servono a mantenere in equilibrio le condizioni interne dell’organismo al variare delle condizioni ambientali, per esempio se fa freddo l’organismo sarà costretto a produrre calore per evitare l’abbassarsi della temperatura con diversi meccanismi tra cui i brividi; e “bisogni innati specifici”, che non sono indispensabili per sopravvivere e che sono un adattamento all’ambiente per migliorare il proprio benessere. (Clemente e Danieli, “La mente e il metodo” Ed. Paravia)
Nel momento in cui capiamo che i nostri piccoli hanno un reale bisogno di contatto, allora possiamo iniziare a guardare diversamente al nostro ruolo di genitori, distinguendo quelle che sono le esigenze primarie fisiche o psicologiche dei piccini, da quelle convenzioni sociali che ci portiamo avanti da anni. Come quando ti dicono che tenendolo in braccio lo vizi, che deve dormire da solo, che la tetta va data ad orari e non a richiesta ecc.
Le ragioni fisiche
Nel momento in cui l’essere umano ha cominciato a camminare sulle proprie gambe, ed è diventato un bipede, anche la sua struttura ossea è cambiata e di conseguenza il bacino è diventato più stretto. Questo cambiamento evolutivo, ha portato le donne in gravidanza a partorire prima del tempo un bambino che a tutti gli effetti è ancora immaturo: non cammina, non parla, non mangia, ecc.
I neonati, nascendo immaturi, per esempio non sono in grado di termoregolare efficacemente, in maniera autonoma, fino ai 6 mesi di vita circa. Questo cosa vuol dire? Semplicemente significa che devono stare in braccio e a contatto con un corpo adulto per riuscire a scaldarsi a sufficienza o per dissipare il calore.
In natura un cucciolo è esposto a numerosi pericoli e questo, il nostro bambino, istintivamente lo sa. Non siamo più nella preistoria, non ci sono leoni dietro i cespugli pronti a mangiarlo, ma lui questo ha bisogno di tempo di realizzarlo. Ha bisogno di sentirsi al sicuro e questo lo può ottenere solo se rimane in braccio e a contatto.
Le ragioni emotive
Il bambino all’interno del grembo materno si sviluppa e cresce in un ambiente caldo, buio, con rumori ovattati, costantemente cullato al ritmo del ritmo cardiaco della madre. Questo è per lui un ambiente sicuro, fatto di calore e certezza. Quindi, non appena inizia a conoscere anche il mondo esterno, ha bisogno di ritrovare dei punti chiave di riferimento che richiamino l’ambiente del grembo materno per poter sviluppare la sicurezza necessaria.
Possiamo dire quindi che è a tutti gli effetti un bisogno del bambino e non un capriccio o un vizio e soprattutto non è qualcosa che vorrà fare per sempre.
Il babywearing come risposta al bisogno di stare in braccio
Ed ecco che così, alla luce di quanto detto, il babywearing si pone come espletamento di un bisogno primario: bisogno di contatto, di sicurezza. Infatti, poter avvolgere i neonati, non solo è utile per superare il trauma da parto, ma è anche la soddisfazione del bisogno di alto contatto che porta i bambini a voler stare sempre in braccio.
Per questo motivo, portare in fascia è più di un modo di avere le mani libere, è una scelta ben più importante, che implica il rispetto della fisiologia dei bambini (scopri di più sul corso di babywearing online per tutti e sulla mia consulenza babywearing).