Come si affronta con serenità?
Il momento del passaggio dall’allattamento all’introduzione dei primi cibi solidi segna per un bambino una fondamentale tappa nella crescita e spesso anche per i genitori è un percorso molto importante e ricco di emozioni. Lo svezzamento è un momento molto delicato, complesso, e allo stesso tempo, potrebbe diventare una buona occasione per tutta la famiglia nel scoprire nuovi sapori e nuove più sane abitudini. Se poi si tratta di affrontare lo svezzamento nei neonati prematuri, occorre ancor più consapevolezza.
Preoccupazioni, perplessità, dubbi, sensazioni di incapacità e inadeguatezza sono sensazioni che accomunano tutti i genitori, e seppure possiamo considerarlo normale in una condizione di nascita a termine, è maggiormente accentuato quando il proprio bebè nasce prima della data presunta del parto.
Svezzamento nei neonati prematuri: calma prima di tutto!
So che non è affatto semplice, ma prima di tutto, occorre affrontare anche lo svezzamento nei neonati prematuri con molta calma e pazienza. Una nascita prematura porta con sé un bagaglio di emozioni e sensazioni molto intense, e a volte contrastanti fra di loro, e che necessitano di una maggiore forza per non sentirsi incompleti, interrotti o lanciati in una realtà che non si pensava di dover affrontare. Diventare genitori è un compito difficile e saperlo affrontare con il giusto supporto è altrettanto importante in ogni fase della crescita. Il momento in cui si torna a casa dall’ospedale, a meno che non sussistano situazioni di salute difficili, è importante pensare a una vita per lo più normale. Ogni neonato avrà un suo programma personalizzato, che coinvolgerà in un vero e proprio lavoro d’equipe tutti i componenti facenti parte della rete attorno ad esso.
I guerrieri prematuri
Lo svezzamento nei neonati prematuri potrebbe apparire un argomento che potrebbe interessare una piccola parte di genitori. In realtà ogni anno in Italia nascono circa 30mila bambini prima del termine, e di questi, uno su cento al di sotto della 32esima settimana di gestazione. Escludendo i parti gemellari o multipli, le nascite per patologie materne e fetali, non si conoscono ad oggi ancora le cause del per cui possa accadere una nascita prematura.
Un neonato nato prima del tempo ha vissuto meno tempo nel grembo materno e il suo livello di maturazione non ancora completo, lo esporrebbe a probabili infezioni e malattie. Ciò che viene a mancare nelle ultime settimane all’interno della pancia di mamma è necessario recuperarlo una volta fuori da esso e l’alimento ideale rimane in questi casi il latte materno che con le sue innumerevoli proprietà, ha il compito di proteggere il neonato dalle difficoltà che andrà incontrare nella sua crescita.
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L’alimentazione dei bambini prematuri
Il percorso nutrizionale di un neonato prematuro, come il suo fabbisogno, è differente se andiamo a paragonarlo a quello di un bambino sano e nato a termine. Nei primi due anni di vita, è importante recuperare l’eventuale ritardo di crescita che l’organismo compensa con i suoi naturali meccanismi. Il peso, la lunghezza e la circonferenza cranica, ma soprattutto, l’intestino immaturo, che non permette una corretta digestione ed assorbimento delle sostanze nutritive.
Tutti parametri molto importanti a cui dover tenere conto nello sviluppo di un neonato prematuro, e che in un momento delicato come lo svezzamento devono essere calibrati in un percorso personale ( scopri anche come funziona l’auto svezzamento). Tappe fondamentali che hanno ed avranno sempre bisogno del supporto di medici e pediatri specializzati a cui far riferimento e a cui poter chiedere consiglio quando si presentano dubbi e perplessità.
È importante innanzitutto chiarire che è errato parlare di svezzamento, ma propriamente possiamo utilizzare il termine di alimentazione complementare ( ti ho parlato anche di svezzamento vegetariano). Ovvero, il momento in cui al latte materno, o artificiale, vengono affiancati cibi solidi che presentano gusto, odori e consistenze diverse fra di loro.
Quali indicazioni seguire per un corretto approccio?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità che consiglia l’allattamento esclusivo fino ai sei mesi (se vuoi iniziare con il piede giusto corri a vedere Parti Bene, il mio percorso sull’allattamento felice), e solo successivamente l’introduzione di cibi che andranno ad affiancare il latte fino ai dodici mesi, non pone raccomandazioni differenti per i nati prematuri.
L’importante è non avere fretta, e seguire l’evoluzione nello sviluppo del nostro bambino che avverrà a seconda dei suoi tempi e del raggiungimento di importanti traguardi.
In particolare bisogna monitorare:
- andamento della crescita (peso, lunghezza e circonferenza cranica) con la sola assunzione del latte materno o artificiale;
- la perdita del riflesso di estrusione;
- la capacità di stare seduto ed eretto;
- la coordinazione mani e bocca;
- l’interesse verso il cibo.
Una volta raggiunta l’età corretta per l’alimentazione complementare si procede mediamente con la stessa cura e attenzione che si porterebbe con un bambino a termine. È importante che venga coinvolto il proprio pediatra, che avrà modo di dare indicazioni chiare e precise su quale possa essere la composizione nutrizionale più adatta a rispondere alle esigenze del bambino. In questo programma individualizzato, che terrà conto dei fattori specifici del bambino (come andamento della crescita in base al latte, e dello sviluppo generale del bambino), si andrà a determinare l’inizio dello svezzamento vero e proprio.
Rispetto del metabolismo e delle tempistiche
Teniamo conto che il bambino nato prematuramente ha un metabolismo immaturo e una riserva di nutrienti carenti che per una adeguata ed ottimale crescita, necessitano di ulteriori calorie. L’alimentazione complementare diventa così un alleato per la sua crescita che avrà lo scopo principale di incorporare riserve di energia molto importanti per il suo sviluppo ma senza avere fretta di vederlo già pronto a tavola a mangiare pietanze complete.
Lo svezzamento avverrà in un modalità di piccoli assaggi a partire dalla frutta preferibilmente di stagione e se vuoi biologica, da assaggiare a metà mattina e a metà pomeriggio; tenendo conto che occorreranno dai 3 ai 4 giorni per testare le eventuali tolleranze. Nuovi gusti, nuove consistenze e nuovi odori potranno essere introdotti in base alle sue risposte e alle reazioni prima di proseguire con ulteriori alimenti. Se ci possono apparire difficoltosa la scelta su quale alimento introdurre si può ricorrere a una consulenza con un dietista che avrà la capacità di ottimizzare gli apporti calorici in base alle esigenze del singolo bambino.
E il latte lo mettiamo via?
Assolutamente no! Parliamo sempre di una alimentazione complementare che non significa togliere e sostituire il latte, che rimane sempre il principale nutrimento di ogni bambino. Discorso diverso riguarda invece l’auto-svezzamento, o meglio l’alimentazione complementare a richiesta, che avviene quando è il bambino a sentirsi pronto per nuovi assaggi, consistenze e sapori diversi dal latte.
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In conclusione
Nei bambini nati prematuri spesso il percorso sanitario si è concentrato sull’utilizzo di strumenti meccanici, come l’intubazione, che hanno prodotto a seconda della storia clinica, difficoltà di deglutizione. Il momento di assaggio di alimenti e cibi semi solidi o solidi deve essere valutato in base al grado di maturazione, e alla storia dei singoli bambini, e questo sarà possibile solo con il giusto controllo del medico di riferimento.
Anche per i prematuri, valgono le stesse regole di buon senso che valgono per tutti i bambini. Lo svezzamento nei bambini prematuri deve essere gestito sicuramente senza fretta e senza forzature. Occorre il massimo rispetto dei tempi del bambino, quindi non guardare a che o punto sono gli altri, quanto piuttosto, concentrati sui progressi che state facendo.
Piano piano, senza fretta, questi piccoli guerrieri si sono rivelati già fortissimi: seguiamo loro e non sbaglieremo. Se necessiti di un parere in merito alla svezzamento contattami senza impegno.