Riflesso di estrusione: cos’è e come riconoscerlo nel bambino

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Riconoscere il riflesso di estrusione è un passo fondamentale per avviare al meglio lo svezzamento, e non solo.

L’avvio dello svezzamento è un momento cruciale nella crescita del bambino e riconoscere i segnali di prontezza è essenziale per rendere questa fase serena e positiva. Uno dei segnali più importanti è la perdita del riflesso di estrusione. Molte famiglie, però, non sanno esattamente di cosa si tratta e perché sia così fondamentale.

In questo articolo scoprirai cos’è il riflesso di estrusione, come valutarne la scomparsa e perché è uno dei requisiti principali per iniziare l’introduzione dei cibi solidi, sia che si segua lo svezzamento classico, sia che si opti per l’autosvezzamento.

Che cos’è il riflesso di estrusione?

Il riflesso di estrusione è un riflesso arcaico neonatale, presente nei bambini fin dalla nascita. In termini semplici, si tratta di un movimento involontario che il neonato effettua spingendo fuori la lingua in risposta a uno stimolo, come un cucchiaino o un altro oggetto che tocchi le sue labbra.

Perché il riflesso di estrusione è importante?

Questo riflesso ha una funzione protettiva nei primi mesi di vita. In pratica, impedisce al bambino di ingerire accidentalmente sostanze diverse dal latte materno o artificiale, che in questa fase costituisce il suo unico nutrimento. È un riflesso che si sviluppa perché il Sistema Nervoso Centrale (SNC) del neonato non è ancora completamente maturo. Con il passare del tempo, il SNC si sviluppa e il bambino inizia a produrre movimenti intenzionali e consapevoli, come afferrare oggetti, rotolare e, infine, mangiare cibi solidi.

Quando scompare il riflesso di estrusione?

Il riflesso di estrusione della lingua tende a scomparire intorno ai 5 mesi di vita del bambino, ma ogni neonato ha i suoi tempi. Per capire se questo riflesso è ancora presente, puoi fare un semplice test: avvicina un cucchiaino (anche vuoto) alle labbra del bambino e osserva la sua reazione. Se il piccolo spinge fuori la lingua in risposta allo stimolo, il riflesso è ancora attivo. Questo significa che non è ancora pronto per lo svezzamento.

Il ruolo della madre nell’osservazione del riflesso

Anche se nella nostra cultura è spesso il pediatra a decidere quando iniziare lo svezzamento, la madre ha un ruolo fondamentale. Osservando il proprio bambino ogni giorno, la mamma può notare cambiamenti che indicano la sua prontezza per l’alimentazione complementare, come il miglioramento della postura, la capacità di stare seduto da solo e, ovviamente, la scomparsa del riflesso di estrusione.

Requisiti per un buon avvio dello svezzamento

Sia che tu scelga lo svezzamento classico o l’autosvezzamento, i requisiti per iniziare l’introduzione dei cibi solidi dovrebbero essere gli stessi. Vediamo quali sono:

1. Età del bambino

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di non introdurre alcun alimento solido prima dei 6 mesi di vita del bambino. Prima di questo periodo, il latte materno o in formula è in grado di soddisfare tutte le sue esigenze nutrizionali.

2. Capacità di stare seduto da solo

Il bambino deve essere in grado di mantenere una posizione seduta stabile senza aiuto. Questo è un segnale che il suo sviluppo motorio è abbastanza avanzato per affrontare l’assunzione di cibi solidi senza rischi.

3. Scomparsa del riflesso di estrusione

Come abbiamo visto, la scomparsa del riflesso di estrusione indica che il bambino è pronto a gestire correttamente il cibo in bocca senza rischi di soffocamento.

Perché questi requisiti sono essenziali?

Avviare lo svezzamento senza che il bambino abbia raggiunto questi traguardi può risultare in difficoltà e frustrazione per entrambi. Se il riflesso di estrusione è ancora presente, il cibo verrà automaticamente spinto fuori dalla bocca, rendendo l’esperienza difficile e potenzialmente pericolosa. Inoltre, forzare il bambino a mangiare prima che sia pronto può portare a un rifiuto del cibo e a una relazione negativa con l’alimentazione.

Il ruolo della madre: una guida preziosa

Quando si parla di svezzamento, la figura del pediatra è sicuramente importante, ma spesso viene sottovalutato il ruolo della madre. Nessuno conosce il bambino meglio di lei, che lo osserva quotidianamente, nota i piccoli cambiamenti, i progressi, e anche le difficoltà. La madre è il primo punto di riferimento, non solo per le necessità primarie del bambino, ma anche per comprendere quando è pronto per affrontare nuove tappe come l’introduzione del cibo solido.

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Osservare i segnali del bambino

Essere una guida preziosa nel processo di svezzamento significa imparare a osservare attentamente il proprio bambino. Ogni piccolo gesto, espressione o cambiamento può offrire indizi importanti su come sta crescendo e su quanto sia pronto a esplorare il mondo del cibo solido. Ad esempio, l’interesse verso il cibo che vede nei piatti dei genitori, la capacità di stare seduto da solo e l’attenzione verso nuovi sapori e consistenze sono segnali di un bambino che sta per compiere un grande passo.

Una madre attenta e informata sa quando è il momento giusto per iniziare senza dover necessariamente dipendere da un’opinione esterna. Questo non significa ignorare il parere del pediatra, ma fidarsi di ciò che ogni giorno si impara osservando e interagendo con il proprio figlio.

Parent coaching: supporto per la genitorialità consapevole

In questo processo, molte madri possono sentirsi insicure o sopraffatte dalle informazioni e dai consigli spesso contrastanti che ricevono. Ed è qui che il parent coaching può fare la differenza. Il parent coaching è un approccio che mira a sostenere i genitori, fornendo loro strumenti pratici e supporto emotivo per affrontare le sfide della genitorialità con maggiore consapevolezza e serenità.

Attraverso il parent coaching, le madri possono imparare a fidarsi del loro istinto e sviluppare una connessione profonda con il bambino, riconoscendo i suoi bisogni e rispettando i suoi tempi. Questo tipo di accompagnamento non offre soluzioni preconfezionate, ma aiuta i genitori a trovare la propria strada nel sostenere la crescita del bambino, partendo dalla loro unica e irripetibile esperienza.

Cosa fare se il bambino non è pronto a 6 mesi?

Ogni bambino ha i suoi tempi, quindi non c’è bisogno di preoccuparsi se il piccolo non sembra ancora pronto a mangiare cibi solidi all’età di 6 mesi. Segui i suoi ritmi: il latte materno o la formula continuano a fornirgli tutti i nutrienti di cui ha bisogno. Quando sarà pronto, lo dimostrerà con curiosità e apertura verso il cibo.

Conclusione

Riconoscere la perdita del riflesso di estrusione è uno dei passi fondamentali per garantire un avvio sereno e sicuro dello svezzamento. Ricorda che ogni bambino ha il proprio ritmo e, con l’osservazione attenta e il supporto di informazioni corrette, potrai guidare il tuo piccolo nel meraviglioso mondo del cibo solido con consapevolezza e tranquillità.

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