Il tuo bambino da 0 a 3 anni: cosa devi sapere quando arriva un bambino

Se stai aspettando un figlio oppure sei appena diventato genitore, probabilmente le tue preoccupazioni e i tuoi pensieri sono rivolti a: l’allattamento, lo svezzamento, gli acquisti da fare per il bambino, lo spazio da organizzare in casa.
Su questo argomento ti consiglio anche l’articolo: Cosa serve a te e cosa serve al neonato

Questi sono tutti pensieri utili e importanti, ma cerca di ritagliarti anche il tempo per fare delle riflessioni sull’essere genitore: fermati a pensare a cosa significa per te diventare genitore, cosa vuol dire accogliere un essere umano nella tua vita. Porsi queste domande aiuta ad avere la consapevolezza necessaria per educare i figli.

Diventare genitore è un fatto naturale, ma richiede grande responsabilità e bisognaprepararsi, non solo organizzando lo spazio fisico per il nuovo arrivo in casa, ma anche per fare spazio dentro di sé.

Le domande da porti per riflettere sull’essere genitore

È importante prendersi del tempo per fare delle riflessioni sul nuovo ruolo che hai come genitore e sul significato profondo dell’accogliere un bambino nella tua vita. Prenditi il tempo per riflettere su queste domande:

  • Cosa significa mettere al mondo un individuo?
  • Che cosa significa diventare genitore?
  • Che tipo di genitore voglio essere?

Nutrire il corpo, ma anche l’anima del bambino

Si parla molto delle esigenze fisiche e materiali, ma troppo poco delle necessità dell’anima del bambino: anche l’anima deve ricevere il giusto nutrimento.
Sicuramente hai già raccolto tutte le informazioni su cosa deve mangiare e come deve vestire il tuo bambino. Ma hai pensato anche a come supportare lo sviluppo della sua anima? Conosci in che modo avviene questo sviluppo?
È importante avere una visione a lungo termine di quelle che saranno le tappe di sviluppo o fasi evolutive della crescita del tuo bambino, che vedrai cambiare giorno dopo giorno.
Conoscere le fasi evolutive ti aiuta a comprendere in quale momento dello sviluppo si trova il tuo bambino ogni volta che si presenta una sfida o un cambiamento importante e a supportare al meglio lo sviluppo, affinché sia armonioso ed equilibrato.
La responsabilità di aiutare un altro essere umano a crescere e diventare un adulto completo ed equilibrato è talmente grande, che non si può lasciare al caso oppure delegare totalmente a professionisti, medici, consulenti. Perciò, è importante che i genitori si informino per poter educare al meglio i propri figli.

Cos’è un bambino?

Un bambino non è un essere completamente sviluppato come noi adulti, non è un piccolo adulto. Il bambino, quando nasce, è completamente dipendente dagli adulti che si prendono cura di lui e lo sarà per molto tempo.
Il bambino è un essere spirituale che proviene dal mondo spirituale. Ogni essere che arriva in questo mondo è un individuo unico con caratteristiche uniche.
Ogni bambino che nasce ha un destino che deve compiersi in questa vita: tuo figlio non è tuo, ma ti ha scelto. Siccome viene al mondo tramite voi genitori, alcune caratteristiche fisiche e caratteriali del bambino appartengono alla vostra linea ereditaria, ma altre abilità e inclinazioni sono soltanto sue.
I figli ci vengono affidati, ma non appartengono a noi.
Non solo l’organismo fisico e la mente devono ancora svilupparsi nel bambino, ma anche lo stato di coscienza è diverso da quello di un adulto.

Lo stato di coscienza: dalla coscienza di sonno al risveglio

Il neonato non ha consapevolezza di sé e degli altri: il suo stato di coscienza è come il sonno. Lungo gli anni dello sviluppo, in maniera graduale la sua coscienza si sveglia.
Il bambino piccolo vive in uno stato di coscienza sognante: il mondo esterno passa davanti ai suoi occhi come un sogno. Egli non ha ancora sviluppato il proprio essere con cui porsi di fronte al mondo, ma vive in balia dei sensi e viene trasportato da ciò che gli si presenta davanti, senza la capacità di autodeterminazione che ha l’adulto.

I settenni

Lo sviluppo di un bambino avviene attraverso tre fasi evolutive: dalla nascita all’inizio della seconda dentizione, dalla seconda dentizione alla pubertà, dalla pubertà al compimento dei 21 anni, momento in cui si raggiunge la maturità e l’età adulta.
Ogni periodo ha una durata di circa sette anni e richiede un approccio diverso. Il primo settennio è il periodo in cui si pongono le fondamenta dell’uomo.
Su questo argomento puoi leggere l’articolo Le fasi di sviluppo o età evolutive sono 3 e sono ciascuna di 7 anni (3 settenni)

Camminare, parlare, pensare nei primi tre anni

Ad un certo punto il tuo bambino inizia a camminare: una forza interiore, che attinge ad una saggezza superiore, spinge il bambino a ergersi in piedi e a camminare. Non si insegna al bambino a camminare, lo farà autonomamente quando i muscoli saranno in grado di sorreggerlo.
Se però un bambino non dovesse avere intorno a lui l’esempio degli adulti che camminano, non inizierebbe a camminare.
Che cosa lo spinge a farlo: la forza dell’imitazione. Il bambino vede gli adulti camminare e parlare ed è spinto ad imitarli.

Ad un certo punto, il bambino inizia a parlare spinto dal desiderio di comunicare. Questo avviene nel momento in cui c’è un risveglio di coscienza di sé, intorno ai due anni, quando il bambino inizia ad avere la sensazione di essere un individuo separato dagli altri.
Su questo argomento leggi l’articolo Il bambino di due anni e perché i “terribili due”

Come avviene per il camminare, anche il parlare è una facoltà umana che il bambino può sviluppare soltanto se ha un modello da imitare: un adulto che parla e cammina.
Il tuo bambino inizierà a pensare quando sarà in grado di formare delle frasi, perché il pensare poggia sul parlare. Leggi l’articolo Come pensano i bambini piccoli
Tu sei il modello da imitare: se cresci tuo figlio in un ambiente dove si parla un linguaggio ricco e ben articolato, anche la sua capacità di pensare sarà ben nutrita.

La forza dell’imitazione: come educare tramite l’esempio

Nell’educare i bambini bisogna tenere conto delle forze che sono disponibili nelle varie fasi di sviluppo: il bambino piccolo è spinto ad agire dalla forza dell’imitazione, cioè, accoglie e ripete tutto ciò che vede fare. Perciò, se vuoi che tuo figlio impari regole e abitudini, devi sapere che le spiegazioni non servono. Serve, invece, fornire l’esempio pratico e coinvolgere tuo figlio in attività che si ripetono quotidianamente, perché è l’azione ripetuta
che insegna.

Leggi anche l’articolo Come insegnare le regole ai bambini piccoli
Solo attraverso le azioni, e non con le parole, possiamo educare il bambino piccolo. Per i piccoli, i discorsi lunghi sono stancanti e confondono. Fino a sette anni i bambini non sono in grado di accogliere il contenuto intellettuale dei nostri discorsi, delle spiegazioni e degli ammonimenti.
Il bambino che viene lasciato il più possibile nella sua vita di immaginazione sognante e che non viene stimolato intellettualmente si sviluppa in modo sano e sarà in grado più tardi, al momento giusto, di usare le sue forze per il lavoro intellettuale.

Si può insegnare attraverso il gioco?

Svolgere con cura, amore e attenzione i lavori in casa e le attività pratiche, manuali, artigianali, significa insegnare indirettamente al bambino, il quale apprende attraverso l’imitazione.
Inoltre, svolgere i lavori casalinghi davanti ai bimbi fornisce loro lo spunto per iniziare un gioco creativo in autonomia: ti vede cucinare e inizia a prendere i suoi pentolini per iniziare un gioco; ti vede badare al fratellino piccolo e inizia a cullare e a portare a spasso
la bambola.
Il gioco libero e spontaneo, non strutturato e non interrotto dall’adulto, permette al bambino di mettere in moto la fantasia, di decidere di attivarsi.
Questo tipo di gioco alimenta l’autostima, la fiducia e la creatività.

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