
Prima di avere Lydia sono sempre stata convinta che i bambini dovessero essere educati severamente e che bisognasse farsi rispettare.
Bé non potevo andare più lontana da quello che sarebbe stato.
Quello di cui mi sono resa conto nel mio cammino come mamma è che spesso facciamo confusione tra educazione e imposizione, confondiamo bambini che obbediscono come soldatini ai genitori con bambini educati.
L’educazione va al di là del fare esattamente quello che gli chiediamo e soprattutto di farlo in quel preciso istante in cui lo richiediamo.
Dobbiamo ricordarci che i bambini sono puro istinto e molto poco ragionamento al contrario nostro e come tali si fanno guidare dai loro desideri interiori, da ciò si deduce che è davvero molto difficile “farsi ascoltare” dai nostri figli, ma non è impossibile.
Io ho adottato la tecnica di dire NO solo se le mie figlie fanno qualcosa o vogliono fare qualcosa che mette in pericolo loro o qualcun altro. Per esempio se Lydia volesse giocare con la ciotola del cane ovviamente le direi di no, perché so che potrebbe adirare le ire dei cani che come tali hanno regole di comportamento diverse e interpreterebbero male il suo gesto.
Per tutto ciò che non è pericoloso ma che è preferibile che non faccia le chiedo gentilmente di non farlo e le spiego il perché, glielo spiego più volte e con diverse parole, il tono è deciso ma comunque gentile. A volte segue la mia richiesta mentre la maggior parte delle volte fa comunque quello che vuole.
Non pensiate che qui viviamo nella giungla in stile Mowgli, le regole ci sono e sono ferme, ma sono poche ed essenziali. Un esempio una è che si colora sui fogli e non sulle cose, tuttalpiù ci si può colorare addosso. Ho visto genitori alterarsi nel momento in cui il bimbo si è scritto sulle mani o sulle gambe, ma se ci pensiamo bene al bambino non fa male farlo, anzi gli permette di conoscere e percepire meglio il suo corpo. Certo non è piacevole poi per noi cercare di pulire tutto, anche perché i pennarelli ci mettono un bel po’ a venire via dalla pelle.
Mettiamoci nei panni dei bambini. Se potessimo giocare solo con determinati giochi e in un determinato modo non sarebbe tutto noiosissimo? non perderemmo la voglia di giocare dopo un po’? Non sarebbe tutto più bello e stimolante se potessimo provare a mettere in pratica le idee che ci vengono?
Le regole sono importanti, tanto quanto lo sono i NO, ma se diciamo no su tutto perdiamo il valore della richiesta e ogni volta che lo diremo per il bambino non sarà più un segnale di stop ma una parola come le altre che i genitori ripetono in continuazione. Prima di dire NO ai bambini pensiamo noi come ci sentiremmo al posto loro.

Lo sbaglio che facciamo spesso come adulti e come genitori è quello di considerare i nostri figli come una nostra proprietà e che come tale deve essere e fare esattamente quello che pensiamo noi, senza considerare che comunque loro sono delle unità a sé stanti, hanno desideri, gusti e ragionamenti propri che a volte, anzi spesso, sono molto diversi da noi.
Accettiamo i nostri figli per quello che sono, il nostro compito è quello di guidarli non di ordinare loro cosa fare. Non pensiamo che se non ci ascoltano ora che sono piccoli allora non lo faranno mai, anzi se proprio adesso instauriamo un rapporto di fiducia tale per cui i NO vengono detti raramente e il bambino ha la sua libertà allora crescendo saprà che se la mamma o il papà negano qualcosa è perché è davvero la cosa migliore e si fideranno di noi senza porsi troppe domande.