Cosa fare se tuo figlio non mangia? Educazione alimentare e dintorni

educare-a-mangiare

È normale che mio piccolo non finisca sempre il piatto? La pappa, la frutta, la cena. Quante volte ci si ritrova a fare i conti con i capricci (o presunti tali) a tavola dei nostri bambini? Se tuo figlio non mangia la prima cosa da fare è non andare in panico e nemmeno costringerlo.

In fondo, è un comportamento comune: la crescita, la dentizione, la scoperta di nuovi sapori sono tutti fattori che possono influenzare il loro appetito. Ma quando è il caso di preoccuparsi?

In questo articolo, rispondiamo a queste domande e ad altri dubbi, aiutandoti a capire cosa fare e cosa evitare se tuo figlio non ne vuole proprio sapere di mangiare.

Tuo figlio non mangia? Come capire il comportamento alimentare dei bambini

Tra manine sporche, faccine che esprimono disgusto e perenni richieste di “ancora un po’”, la cena può trasformarsi in un vero e proprio campo di battaglia per noi genitori.

Ma è davvero necessario preoccuparsi se il nostro piccolo non finisce sempre il piatto? La risposta è no, almeno non nella maggior parte dei casi. 

I bambini attraversano fasi di crescita e sviluppo diverse, che influenzano inevitabilmente il loro appetito. La dentizione, la scoperta di nuove preferenze alimentari e l’innata curiosità verso il mondo che li circonda possono portare a periodi di inappetenza o a rifiuti categorici di alcuni cibi.

Come genitori, ci troviamo spesso a confrontarci con le abitudini alimentari dei nostri figli, talvolta incerti se il loro comportamento sia normale o debba destare preoccupazione. 

Fasi di inappetenza e periodi di fame divorante si alternano frequentemente, seguendo il ritmo individuale di ogni bambino

Variazioni influenzate da diversi fattori, tra cui:

  • Sviluppo fisico: la dentizione, i picchi di crescita e l’aumento dell’attività fisica possono influenzare l’appetito in modo significativo.
  • Sviluppo cognitivo: la scoperta di nuovi sapori, trame e colori rende il cibo un oggetto di grande curiosità e sperimentazione per i bambini, portandoli a rifiutare cibi già conosciuti o ad essere selettivi nelle loro scelte.
  • Fattori emotivi: stress, ansia, stanchezza o dispiaceri possono temporaneamente influenzare l’appetito del bambino.

Riconoscere queste fasi è il primo passo per affrontare il comportamento alimentare dei bambini con serenità.

Capriccetti a tavola o un vero problema?

Molti bambini tra i 2 e i 6 anni attraversano una fase di rifiuto verso nuovi cibi, conosciuta come neofobia alimentare. Si tratta di un comportamento normale, legato allo sviluppo, che però può creare disagio e frustrazione in noi genitori.

Che cos’è la neofobia alimentare?

La neofobia alimentare è un’avversione persistente a provare nuovi cibi, spesso accompagnata da una forte selettività verso quelli già conosciuti. I bambini neofobici possono mostrare:

  • Rifiuto categorico di assaggiare cibi nuovi
  • Avversione a sapori, odori o consistenze sconosciute
  • Insistenza su un numero limitato di cibi “sicuri”

Quando preoccuparsi?

Sebbene la neofobia alimentare sia generalmente transitoria, è importante monitorare la situazione e non sottovalutarla

Ecco alcuni consigli: 

  • Il bambino perde peso o non cresce come dovrebbe
  • La dieta è troppo limitata e compromette l’assunzione di nutrienti essenziali
  • Il rifiuto del cibo si accompagna a stanchezza, irritabilità o altri problemi di salute

Mio figlio non mangia vuole solo latte: cosa fare?

Uno dei problemi comuni che molti genitori affrontano è quando il proprio figlio rifiuta di mangiare cibi solidi e preferisce esclusivamente il latte. Entro l’anno di età è la cosa migliore secondo l’OMS che ricorda che il latte dovrebbe essere l’alimento principale. Oltre l’anno, dipende! non è necessariamente un dramma: è essenziale non farsi prendere dal panico e ricordare che ogni bambino ha i propri tempi e ritmi di crescita. I bambini piccoli, soprattutto nei primi mesi di introduzione ai cibi solidi, possono preferire il latte per diverse ragioni, tra cui comfort, familiarità e facilità di consumo.

Questa situazione può essere frustrante e preoccupante, ma è importante capire che è anche abbastanza comune.

Ci sono diverse strategie che i genitori possono adottare per incoraggiare i propri figli a provare cibi solidi. Una tecnica efficace è quella di introdurre nuovi alimenti lentamente e in modo giocoso, trasformando i pasti in un momento di scoperta e divertimento. Permettere al bambino di toccare, esplorare e giocare con il cibo può renderlo più incline a provarlo. Inoltre, è utile mangiare insieme al bambino, mostrando entusiasmo e piacere nel consumare cibi solidi. I bambini spesso imitano i comportamenti degli adulti e vedere i genitori godere del cibo può incentivarli a fare lo stesso.

Se il rifiuto dei cibi solidi persiste per un periodo prolungato o se il genitore è preoccupato per la crescita e lo sviluppo del bambino, è consigliabile consultare un pediatra o un nutrizionista pediatrico. Questi professionisti possono fornire consigli personalizzati se tuo figlio non mangia e, se necessario, eseguire valutazioni per escludere eventuali problemi sottostanti, come allergie alimentari o difficoltà di deglutizione.

In conclusione, se un bambino preferisce il latte ai cibi solidi, è importante mantenere la calma e adottare un approccio paziente e comprensivo. Con il tempo e il giusto supporto, la maggior parte dei bambini imparerà a godere di una varietà di alimenti solidi, sviluppando abitudini alimentari sane che li accompagneranno per tutta la vita.

5 Tips per una buona educazione alimentare

Bleah! Questo non lo voglio! Come comportarci di fronte a un rifiuto?

Ecco alcuni consigli per gestire il rifiuto del cibo in modo costruttivo ricordandoti che la neofobia alimentare è un periodo transitorio e che la maggior parte dei bambini supera con il tempo e il giusto supporto.

1. Niente forzature!

Evitare assolutamente di costringere i bambini a mangiare o di ricorrere a premi o punizioni. Questi approcci controproducenti possono creare un’associazione negativa con il cibo e peggiorare la situazione. Favorire invece un’atmosfera serena e rilassata durante i pasti (svezzamento nei neonati prematuri). 

2. Routine e regolarità

Stabilire orari fissi per i pasti aiuta i bambini a sviluppare un senso di fame e sazietà regolare. Limitare gli spuntini eccessivi tra i pasti permette loro di arrivare al momento del pranzo con un appetito sano.

3. Chef in miniatura!

Coinvolgere il bambino nella preparazione dei pasti può accrescere la sua curiosità verso il cibo. Lasciarlo svolgere piccoli compiti come lavare le verdure o mescolare gli ingredienti lo renderà più partecipe e invogliato a provare i piatti.

figlio-non-mangia

4. Perseveranza e pazienza

Proporre nuovi cibi ripetutamente senza forzare il bambino è fondamentale. Può essere necessario presentarlo fino a 15 volte prima che un bambino accetti un nuovo alimento.

5. Il potere dell’esempio

I bambini sono piccoli imitatori! Vedere i genitori consumare una varietà di cibi sani li spingerà a fare lo stesso. Mangiare insieme come famiglia è un’ottima occasione per insegnare loro buone abitudini alimentari. Se tuo figlio non mangia accompagnalo gradualmente e inizia dai tuoi pasti.

Parola d’ordine? Flessibilità! E un pizzico di comprensione!  

Ogni bambino è un mondo a sé e ha i suoi tempi e gusti. È importante ricordare che alcune giornate possono essere più difficili di altre, e quello che oggi viene rifiutato con decisione, domani potrebbe essere accolto con entusiasmo. molti bambini preferiscono determinate consistenza o formati di pasta, o addirittura odori e colori, ma questo non deve preoccuparti: è parte di una fase!

Flessibilità e comprensione sono le parole d’ordine per affrontare il rifiuto del cibo in modo costruttivo. Ecco alcuni consigli pratici:

  • Mini pasti frequenti: invece di tre grandi pasti, proporre al bambino piccoli spuntini durante il giorno per mantenere costante il livello di fame e favorire un sano appetito.
  • Creatività nel piatto: rendere il cibo visivamente accattivante può stuzzicare la curiosità del bambino. Utilizzare forme divertenti, colori vivaci e accostamenti originali per trasformare la tavola in un’opera d’arte culinaria. 
  • Senza pressioni: lasciate che il vostro figlio esplori nuovi cibi a suo piacimento, senza forzarlo o punirlo se non li gradisce. L’obbligo può creare un’associazione negativa con il cibo, mentre la libertà favorisce la scoperta e l’apprendimento autonomi. 

E se usa le mani? Lasciatelo fare, la manipolazione del cibo è parte del processo di crescita cognitiva. 

Cosa fare se mio figlio non mangia? 

Affrontare i capricci a tavola dei nostri bambini può essere una sfida, ma è importante ricordare che la neofobia alimentare è una fase solitamente transitoria (se hai dubbi contatta una nutrizionista infantile).

Con pazienza, comprensione e strategie adeguate, possiamo aiutare i nostri figli a sviluppare un rapporto sano e positivo con il cibo. 

Evitare forzature, stabilire routine, coinvolgere i bambini nella preparazione dei pasti e dare il buon esempio sono passi fondamentali per superare questa fase. 

Ricorda, ogni bambino ha i suoi tempi e con il giusto supporto, anche i momenti più difficili possono trasformarsi in opportunità di crescita e scoperta. 

Se necessiti di un parere in merito ad alimentazione e allattamento,  contattami senza impegno.

Torna in alto