Occuparti di tuo figlio e tenere la casa pulita e ordinata a volte diventa un’impresa? Forse non hai preso in considerazione la possibilità di coinvolgerlo, anche se piccolo, nelle faccende domestiche. Faccende domestiche e bambini: chi fa cosa? E da quando? Questo si rivela un ottimo modo per tenere lontani noia e capricci, e allo stesso tempo impegnarlo in un’attività coinvolgente e costruttiva.
Attraverso l’imitazione dei tuoi gesti, infatti, il bambino riproduce quell’azione (per esempio spolverare, stendere il bucato) in base alle sue possibilità neurologiche e motorie, e questo si rivela per lui molto educativo, dal momento che le faccende domestiche lo aiutano a sviluppare la manualità, il movimento fisico e l’indipendenza. L’importante è non pretendere la perfezione e assegnare compiti commisurati alla sua età.
Faccende domestiche bambini: perché?
Coinvolgere i bambini nelle faccende domestiche è una valida soluzione se ti sembra di non trovare il tempo per avere una casa pulita e in ordine, ma anche un modo giocoso per intrattenere i tuoi piccini.
Avevo già affrontato il discorso del dividersi i compiti tra genitori (lo trovi qui equilibrio-in-famiglia), e adesso ti dico come anche i bambini possono fare la loro parte. Del resto, la collaborazione in famiglia è fondamentale, non solo nelle faccende domestiche, ma in tutte le attività che vanno dal riordino alla preparazione dei pasti, dallo studio alla cura degli animali domestici e dei fratellini più piccoli.
I bambini che collaborano nelle faccende domestiche si sentono responsabilizzati e valorizzati, e il loro contributo sarà utile non solo per l’equilibrio familiare, ma anche per affinare le loro capacità manuali. La stessa Maria Montessori sosteneva che il riordino e le pulizie, visti inizialmente come un gioco (quello simbolico o di ruolo), favoriscono lo sviluppo motorio-cognitivo del bambino e lo aiutano a rendersi sempre più indipendente.
Faccende domestiche bambini: un gioco di ruolo
Il gioco simbolico o di ruolo per un bambino non solo è divertente, ma gli consente di sviluppare una sua coscienza psicologica e sociale, oltre a rafforzare la sua personalità.
Ma cos’è un gioco di ruolo? È un gioco in cui si vestono i panni di qualcun altro (un personaggio di fantasia o realmente esistente), e per metterlo in atto, servono osservazione e imitazione.
- Tra i 12 e i 18 mesi (come sempre ti ricordo che non esiste un’età uguale per tutti, quindi questa è puramente indicativa) il bambino comincia ad approcciarsi al facciamo finta, osservando la realtà che lo circonda e cominciando ad imparare piccoli semplici gesti, come bere dal bicchiere. Una volta compreso il meccanismo, il bimbo proverà a simulare il gesto prendendo un bicchiere o un oggetto che lo ricorda e fingendo di bere.
- Intorno ai 2 anni inizia il vero gioco simbolico, grazie allo sviluppo del pensiero rappresentativo (il bambino è capace di creare delle associazioni mentali, cogliendo somiglianze nelle forma, nelle dimensioni e nei colori degli oggetti) e della comprensione della permanenza dell’oggetto (ne ho parlato più approfonditamente qui ansia-da-separazione-nei-bambini). Il primo gioco di ruolo messo in scena dal bambino, intorno ai 2-3 anni, è quello di imitare i genitori o i nonni. A quest’età, infatti, il bambino è curioso di conoscere e scoprire il mondo dei grandi, e mostra un particolare interesse per le faccende domestiche, il giardinaggio, e la cucina. Inoltre, prova una forte gratificazione nel sentirsi utile, aiutando i genitori a pulire i pavimenti, stendere il bucato, prendersi cura degli animali domestici o delle piante.
- Dopo i 3 anni, i giochi diventano più complessi: l bambino, oltre a fingere di essere mamma o papà, immagina di essere un medico, un pompiere, un astronauta, oppure si immedesima in personaggi visti in tv, in un libro o in un fumetto.
L’importanza del gioco di ruolo per il bambino
Il gioco di ruolo è una tappa fondamentale nello sviluppo del bambino, e come tale non va mai sottovalutato, perché permette di scoprire le sue attitudini, le sue potenzialità, le sue paure e i suoi desideri più nascosti. Grazie al gioco di ruolo, infatti, il bambino riesce a liberarsi, senza freni, delle emozioni che tiene nascoste e le affida al personaggio che sta ricreando.
Inoltre, il gioco di ruolo permette il rafforzamento degli aspetti cognitivi e fisici.
Se tuo figlio ti chiede di partecipare ad un gioco di ruolo, lasciagli il comando: spetta a lui presentare le regole per il mondo che ha inventato, ed esserne il padrone. In questo modo rafforza la sua autostima e, nel contempo, sperimenta in modo ludico le possibilità per risolvere i conflitti o incoraggiarsi da solo. Giocando con lui, puoi imparare a comprendere le sue esigenze, le sue insicurezze, aiutandolo e sostenendolo nel modo più consono alla situazione.
Cosa impara un bambino con il gioco di ruolo?
- Vede il mondo da un’altra prospettiva, e impara a mettersi nei panni degli altri, e ad avere comprensione per i sentimenti altrui;
- affronta ed elabora, sotto forma di gioco, le esperienze difficili e le paure;
- risolve i conflitti, trovando anche dei compromessi;
- impara a rispettare le regole e gli spazi altrui;
- migliora le sue capacità linguistiche;
- sviluppa la fantasia e la creatività;
- stimola l’intelligenza.
Come coinvolgere il bambino nelle faccende domestiche
Coinvolgere il bambino nelle faccende domestiche è importante per sviluppare in lui il senso di collaborazione, che gli sarà utile quando da grande dovrà imparare a lavorare secondo i ritmi degli altri, imparando anche a dividere i compiti e offrire il proprio aiuto, per raggiungere un obiettivo lavorativo comune.
Anche se può sembrarti difficile, ci sono dei trucchetti che rendono più facile avvicinare il bambino a quello che considera un compito noioso, più che un aiuto.
- Assegna mansioni adeguate all’età del bambino, aumentando la difficoltà e, di conseguenza, le responsabilità man mano che cresce;
- fornisci indicazioni precise: soprattutto all’inizio, è utile fornire indicazioni molto precise sul lavoro da fare. Chiedere di sistemare la stanza è troppo vago per un bambino che non sa ancora come rendere la camera più ordinata. L’ideale è specificare meglio le operazioni da svolgere: sistemare i libri sulla mensola, inserire i giocattoli nella cesta, mettere i pennarelli nell’astuccio. Istruzioni chiare e precise eviteranno di farlo sentire incapace;
- apprezza l’impegno, senza sottolineare gli errori: all’inizio non aspettarti un risultato perfetto, come lo faresti tu. Soprattutto le prime volte, è importante mostrarti contenta, elogiando le cose fatte bene, e suggerendo alcune dritte per far meglio la prossima volta. Questo è fondamentale per incoraggiarlo a continuare, e impegnarsi a migliorare. Tu, intanto, armati di pazienza, tanta pazienza;
- fai le faccende insieme a lui: questo non solo aumenta lo spirito di squadra, ma le rende più tollerabili, diventando un momento per divertirsi insieme. Coinvolgerlo inventando dei giochi può essere una buona idea: ad esempio, per spronarlo a sistemare i panni sporchi nell’apposita cesta, potresti suggerire di usarla come un canestro da basket, unendo così il piacere al dovere;
- via libera alla musica: per rendere le faccende domestiche meno noiose e concedersi un balletto a due, rigorosamente con scopa in mano;
- non forzarlo: se non ha voglia di essere coinvolto nelle faccende domestiche, aspetta che si senta pronto.
Faccende domestiche bambini: 7 benefici per il bambino
Coinvolgere il bambino nelle faccende domestiche, o in lavoretti all’aperto, è fondamentale per la sua crescita e per il suo sviluppo psico-fisico. Numerose ricerche hanno dimostrato che i bambini abituati, sin da piccoli, ad essere collaborativi saranno più empatici nei confronti dei bisogni altrui e più realizzati in ambito lavorativo. In più possono trarne subito 7 benefici, quali?
1 Sviluppo delle abilità motorie
Attraverso semplici azioni quotidiane, come rifare il letto, apparecchiare, spolverare, il bambino migliora la coordinazione dei movimenti e l’equilibrio, e sviluppa la capacità di organizzare azioni e piccoli gesti in una sequenza ordinata e coerente, che nel tempo migliora anche il pensiero logico.
2 Aumento della capacità di collaborazione
Sentendosi utile e partecipe nello svolgimento delle attività domestiche, apprenderà il senso dell’appartenenza a un gruppo, la collaborazione con gli altri membri, per raggiungere un obiettivo comune, e la capacità di seguire istruzioni.
3 Acquisizione di una maggiore autostima
Il bambino al quale viene affidato un compito, riceve fiducia da parte dei genitori, per questo si sente valorizzato e sviluppa, di conseguenza, una maggiore fiducia in se stesso. Man mano che impara a fare tutto da solo, e anche in maniera più precisa, si sente davvero gratificato. Anche tu, ne sono certa, una volta terminate le pulizie ti senti soddisfatta e in pace con te stessa. È proprio la sensazione che prova tuo figlio.
4 Ordine interiore
Vivere in spazi ordinati ci permette di creare un ordine anche interiore, mentre quando lasciamo la casa in disordine, nella nostra mente e in quella dei nostri figli si crea, inevitabilmente, confusione e caos.
5 Autonomia e responsabilità
Svolgendo compiti e lavori domestici fin da piccolo (secondo le proprie capacità), il bambino impara a sentirsi più autonomo, meno dipendente dagli adulti, più responsabile verso se stesso e verso gli altri. Se, per esempio, tuo figlio ha il compito di apparecchiare, sa che tutta la famiglia fa affidamento su di lui e questa fiducia accresce il suo senso di responsabilità.
6 Senso di organizzazione
Il bambino, che da sempre è stato educato a svolgere faccende domestiche e piccoli lavoretti, sviluppa un maggior senso di organizzazione, indispensabile in ogni ambiente di vita quotidiana.
7 Apprendimento
Attraverso la collaborazione nelle faccende domestiche, il bambino può sperimentare la cooperazione e la condivisione, che migliorano l’apprendimento. La cooperazione è importante per sentirsi attivi e partecipi nella relazione e non dipendenti o contrapposti. La condivisione, invece, è un vero e proprio nutrimento emotivo che dà appagamento e gratificazione.
Ma i vantaggi non sono solo per i bambini: anche la coppia genitoriale può ricavare dei benefici dalla divisione dei compiti in casa. Secondo alcuni studi, infatti, la collaborazione in famiglia, oltre a riconoscere la parità dei ruoli, aumenta la complicità nella coppia, consentendo a mamma e papà di ricavarsi dei momenti di relax. Alleggeriti dagli impegni quotidiani, tutti possono vivere in un clima familiare più sano ed equilibrato.
Faccende domestiche a misura di bambino
Il bambino non è mai troppo piccolo per imparare ad aiutare in casa. Come ho ribadito nel corso di questo articolo, sentendosi coinvolto, il bambino sviluppa l’autonomia e il senso di responsabilità, e sentendosi utile e competente, accresce ancora di più la fiducia nelle proprie capacità.
Inoltre, ricorda che proprio in famiglia si acquisiscono alcune competenze fondamentali per la vita, come la cura di sé, delle proprie cose e dei propri spazi. Se un bambino inizia a dare il suo contributo nella gestione della casa con piccoli compiti (come apparecchiare la tavola, aiutare a cucinare, annaffiare le piante, passare l’aspirapolvere, buttare l’immondizia, caricare la lavastoviglie), crescendo lo farà in modo naturale, così come si lava i denti o si fa la doccia.
Non svolgerà sempre queste mansioni volentieri, è chiaro, ma pur sbuffando farà comunque quello che deve fare, perché sa che è compito suo.
Come suddividere le attività domestiche?
La cosa migliore è riunire tutta la famiglia e valutare le diverse attività domestiche, così che i bambini possano decidere cosa fare. Dopo si crea una tabella, in cui sono inseriti, per fasce d’età, i compiti e i lavoretti di ogni membro della famiglia. C’è chi sceglie di svolgere sempre la stessa attività (buttare la spazzatura, pulire il bagno) e chi, invece, preferisce cambiare di settimana in settimana.
Ogni bambino con la crescita apprende e sviluppa innumerevoli capacità che gli permettono di svolgere, piano piano, sempre più attività. L’importante è iniziare a presentare e proporre tutto come gioco, coinvolgendo il bambino con divertimento e tranquillità, senza arrabbiarsi se non riesce da subito a svolgere perfettamente un compito oppure se a metà lavoro si stanca e va via.
Ad ogni fascia di età il suo dovere
Il bambino può rendersi utile sin dai due anni, età in cui inizia a voler aiutare la mamma, imitando quello che fa in casa. Se assecondi questa naturale inclinazione, (anche a costo di perdere un po’ di tempo e di non avere un risultato perfetto) otterrai un ottimo collaboratore negli anni successivi. È bene sempre ricordare che i compiti assegnati devono evolvere in base all’età del bambino.
Tra i 2 e i 3 anni
A quest’età il bambino ha ancora bisogno di supervisione nello svolgimento delle attività, e per apprezzare il suo impegno può essere utile inserire delle stelline nella tabella delle attività.
Sotto forma di gioco, può:
- mettere il pigiama sotto il cuscino;
- riporre i giochi negli appositi contenitori;
- mangiare da solo;
- portare i vestiti sporchi nel cesto della biancheria;
- gettare le cose nella spazzatura;
- annaffiare le piante.
Dai 4 ai 5 anni
È l’età in cui il bambino vuole fare da solo senza il tuo aiuto. Il segreto è essere paziente e di supporto, mostrando apprezzamento per i suoi sforzi. Cosa può fare, oltre a quello che sapeva fare prima?
- Lavarsi e vestirsi da solo;
- apparecchiare la tavola;
- svuotare il cestino;
- lavare i piatti (sotto supervisione dell’adulto);
- dar da mangiare all’animale di casa.
Dai 6 ai 7 anni
A 6-7 anni il bambino è in grado di::
- preparare lo zaino e i vestiti da mettere;
- sistemare la propria camera e scrivania;
- rifare il letto;
- passare l’aspirapolvere,
- togliere la polvere;
- raccogliere le foglie con il rastrello;
- rimettere il rotolo della carta igienica.
Dagli 8 ai 9 anni
A quest’età il bambino:
- mette a posto la spesa;
- carica la lavastoviglie;
- aiuta a preparare pranzo e cena;
- porta il cane a passeggio;
- lava il pavimento.
Dai 10 ai 12 anni
Il bambino inizia a sentirsi grande ed è in grado di fare tante più cose, come:
- prendere la posta;
- lavare l’auto;
- sistemare le stanze di casa;
- stendere i panni;
- buttare la spazzatura;
- occuparsi di un fratello minore o dell’animale domestico;
- fare la spesa;
- stirare;
- preparare semplici piatti.
Piccole commissioni nel quartiere
Dai 10 ai 12 anni, inoltre, se vivi in un contesto in cui ti senti sicura, puoi aggiungere alle faccende domestiche qualche piccola commissione fuori casa, come andare in cartoleria ad acquistare il materiale scolastico, in biblioteca a prendere e restituire libri, dal fornaio per acquistare il pane.
Sono incarichi semplici che gratificano il bambino, facendolo sentire grande, e che lo aiutano a crescere in diversi ambiti: impara a usare il denaro, a muoversi nel proprio quartiere, a rapportarsi con gli altri. E nel frattempo acquisisce sicurezza e fiducia in se stesso.
Un aiuto concreto
Come abbiamo detto più volte, la famiglia perfetta non esiste, e spesso non sono neanche questi i consigli di cui hai bisogno per ritrovare il tempo per te.
Quello che potrebbe servirti è un un percorso di parent coaching. Per qualsiasi dubbio puoi contattami senza impegno o scoprire come posso aiutarti con i miei percorsi di parent coaching personalizzati!