I primi mesi dopo il parto ogni donna deve affrontare a modo suo piccole battaglie a suon di coprente per le occhiaie, spazzole miracolose per i capelli che sembrano sempre fuori posto, e quella pancetta che sembra non voler proprio andare via. Guardarsi allo specchio accettando il proprio corpo che con la gravidanza ha subito trasformazioni modificandosi, non sempre risulta essere facile. Interrogarsi su cosa possa accadere nei mesi a venire è un pensiero lecito, che tutte noi donne abbiamo affrontato almeno una volta nella vita. Nessuna esclusa, me compresa. Ed ecco il motivo per cui vorrei spiegarti cosa sia la diastasi addominale, e come questa condizione poco conosciuta, non diventi un impedimento alla nostra intenzione di portare in fascia il proprio bambino.
Cos’è la distasi addominale?
Se anche tu hai notato nel primo anno di vita di avere una pancia come se fossi ancora incinta non devi assolutamente preoccuparti. Fai parte di quel 30% di donne che ne soffrono e che combattono ogni giorno per eliminarla, ma spesso senza sapere esattamente come fare o cosa evitare per non aggravare la situazione.
E per fortuna che la diastasi addominale esiste! Potrà sembrarti una frase ad effetto buttata lì tanto per scrivere un articolo, ma in realtà quella che dopo il parto ogni donna considera una antiestetica pancia, durante la gravidanza risulta essere molto importante. Un disturbo frequente che nel giro di un anno tenderà a scomparire da solo, ma che è pur sempre bene non sottovalutare per non incorrere a problematiche più serie con il passare del tempo.
Per questo motivo il consiglio è arrivare preparate al parto iniziando ad informarsi già dalla gravidanza (e anche ad informarsi sull’allattamento) per poi proseguire con serenità nei primi mesi dopo l’arrivo del proprio bebè.
Cos’è quindi la diastasi addominale? Parliamo diastasi dei retti addominali, che consiste in un allontanamento muscolare che si verifica a partire dalla gravidanza, ed ha lo scopo di poter dare tutto lo spazio necessario all’utero di crescere insieme al feto.
Conosci la linea alba?
Al di sopra e al di sotto dell’ombelico esiste uno spazio che separa il muscolo addominale retto destro da quello sinistro formato da un tessuto poco elastico ma molto resistente. Il suo nome è linea alba che non deve confonderti le idee con la linea nigra, che è una modifica ormonale totalmente differente, e che non a tutte le donne compare.
La linea alba è una linea che ha lo scopo di separare i muscoli dell’addome, e che dilatandosi nei nove mesi accresce in base all’utero e al feto. Come ha avuto modo di espandersi nei nove mesi avrà bisogno di tempo dopo il parto per riprendere i suoi spazi.
Quando passa la distasi addominale?
la diastasi addominale è una condizione che tenderà a risolversi entro dodici mesi dal parto e che viene considerata normale se rientra al di sotto dei 2 cm. Oltre a questo è bene trovare con i professionisti più adatti (medici; ostetriche) la soluzione adatta e personalizzata per non incorrere a pratiche che potrebbero peggiorare la situazione.
È un processo del tutto normale e che fa parte dell’andamento fisiologico della gravidanza stessa che viene favorito da alcuni fattori a rischio come:
- gravidanze precedenti;
- età della gestante superiore ai 35 anni;
- gravidanza gemellare;
- eccessivo peso del feto;
- indebolimento muscolare;
- tosse cronica;
- obesità;
- eccessiva attività fisica addominale.
Post parto e serenità
Affrontare il post parto con serenità e senza affaticamento vari nella nostra società sempre di corsa sembra un pensiero sempre più utopico. Ad oggi si richiede alla donna che ha appena partorito di tornare velocemente e con una certa fretta alla sua condizione migliore, ma senza tenere conto che questo potrebbe aggravare le sue condizioni fisiche o psicologiche, in quanto provate dal parto. Il corpo in realtà avrebbe bisogno di tempo per potersi dire pronto ad affrontare il mondo esterno e in questo anche il babywearing potrebbe venire incontro alla neo mamma (scopri il mio corso babywearing per tutti per approfondire il mondo del portare in fascia).
L’ideale in caso di condizioni come i punti per il parto cesareo o la diastasi addominale sarebbe quello di non portare assolutamente pesi ma sappiamo benissimo che questo risulta al giorno d’oggi sempre più impossibile.
Il consiglio è quello di non sollevare pesi, non fare fatiche che possano aggravare sul pavimento pelvico e sulla muscolatura addominale, ma se bisogna farlo, a questo punto è meglio che avvenga attraverso il portare in fascia.
Per farlo al meglio puoi partire già dalla gravidanza. E credimi se ti dico che il tuo corpo ti ringrazierà e non è solo per avere quella sicurezza che l’aver imparato prima una legatura sarà molto utile nei mesi successivi al parto.
Inizia a legare il pancione
Legare in gravidanza porta a innumerevoli benefici a partire dal pavimento pelvico e dagli stessi adduttori addominali che sottoposti a un peso eccessivo ne risentono maggiormente nei mesi successivi al parto. Sostenere con una fascia il peso del pancione è fondamentale per far sì di avere un recupero più veloce e possibile nel post partum.
Ti consiglio di tenere a mente alcuni piccoli accorgimenti per far si che questo possa avvenire:
- la fascia non deve essere troppo stretta;
- non deve essere legata per forza se la sensazione risulta spiacevole;
- la fascia deve essere di buona qualità;
- usando una legatura a triplo sostegno pre annodato;
- il bambino deve essere in posizione cefalica e non podalica in quanto il contenimento potrebbe non favorire i movimenti che gli serviranno per potersi girare.
E una volta nato?
Utilizzando un supporto adeguato, fasciante e che distribuisce in maniera omogenea il peso del bambino, sicuramente avrai molti meno problemi del portare in braccio. È fondamentale in questi casi, e aggiungo non solo in questo ambito, non improvvisarsi, ma affidarsi sempre a consulenti babywearing e ai professionisti sanitari che sapranno consigliare individualmente. Valutare caso per caso è molto importante.
I mesi successivi al parto non devono essere una corsa contro il tempo. Una maratona per raggiungere il traguardo il più velocemente possibile, ma serve tempo perché si possa tornare, forse, a quando il pancione ancora non era formato. E per poterlo fare puoi avvalerti anche del babywearing da seduta o da semi sdraiata. Per poterti riposare, rilassare, fare due chiacchiere fra amici, ma soprattutto, poter godere dei momenti più emozionanti a contatto con il vostro bambino.
In conclusione
Ci vogliono nove mesi per portare un bambino e servono altrettanti perché il corpo torni come quello di prima senza avere fretta e senza corse contro il tempo. L’importante è non mettere sotto pressione e in tensione il muscolo retto addominale già pesantemente sovraccaricato nei mesi precedenti al parto. Evitare il più possibile tutte quelle situazioni che andranno a comprimere maggiormente sull’addome e rivolgersi sempre al proprio medico curante in caso di dubbi, perplessità o semplicemente per sentirsi rassicurate che già così è molto importante per qualsiasi mamma che ha appena partorito.