Come funziona l’autosvezzamento e come affrontarlo al meglio?

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Da quando sei diventata mamma temi il momento del passaggio dall’alimentazione liquida a quella solida, e ti chiedi se sarai in grado di affrontare questo cambiamento. Respira, ci riuscirai! Ci siamo passate tutte e la tua ansia è più che comprensibile. Se vuoi sapere come funziona l’autosvezzamento, devi prima capire di cosa si tratta: parliamo di alimentazione complementare.

Tutta un’altra storia, rispetto alle tabelle prestampate per tutti, e agli alimenti inseriti uno alla volta: l’autosvezzamento ribalta alcune credenze, e molte abitudini inculcate ad intere generazioni di genitori.

Come funziona l’autosvezzamento

L’alimentazione complementare, consiste nell‘introdurre i primi pasti solidi senza sostituire il latte materno o artificiale. Non ci sono schemi prestabiliti per l’introduzione dei cibi: il bambino che si svezza può mangiare tutto. Naturalmente, sta ai genitori, prediligere un regime alimentare equilibrato e sano.

L’autosvezzamento funziona come una sorta di palestra, in cui il bambino si allena, giorno dopo giorno, a manipolare e mangiare il cibo proposto, in autonomia. Questo richiede grande attenzione e anche cura nella preparazione dei pasti.

Quando iniziare l’autosvezzamento?

Innanzitutto è bene iniziare ad introdurre l’alimentazione complementare quando il bambino lo desidera e mostra segni di interesse verso il cibo solido. Attenzione, però, mai prima del sesto mese, in quanto lo stomaco del piccolo non è ancora pronto a ricevere i solidi (Oms).

Tocca inoltre considerare altri tre fattori fisici determinanti:

  • il piccolo non ha più il riflesso di estrusione
  • regge bene testa e collo
  • coordina occhio-mano-bocca (individua e afferra il cibo in autonomia)

Quindi il quando, al contrario dello svezzamento tradizionale, non lo decide nessun altro se non il bambino stesso, perché la tempistica può avvenire anche molto dopo il sesto mese. Del resto ricorda che il latte materno o artificiale, resta comunque il pasto principale almeno fino al dodicesimo mese di vita.

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Sperimentare la manipolazione del cibo

3 step per capire come si autosvezza tuo figlio

Per capire come funziona l’autosvezzamento inizia a pensare a tutte le volte che mentre mangi, sembra che il tuo piccolo voglia mangiare con gli occhi tutto quello che gli passa davanti.

Occorre fare una distinzione, tra quella che è la curiosità iniziale verso sapori e consistenze, e l’essere realmente pronti a capire che quello è nutrimento.

1 Lascia che sperimenti

Tuo figlio sta sperimentando: gusto, consistenza, profumo. Anche i movimenti del palato e della masticazione (anche senza denti), sono dei meccanismi con cui il piccolo si sta misurando. Quindi lasciagli il tempo di farlo a modo suo.

Una buona pratica è lasciare che prenda il cibo da solo con le mani, anche sul tavolino del seggiolone, in modo che possa imparare anche a gestirne le quantità.

La manipolazione si acquisisce man mano, scommetto rimarrai stupita dalle abilità del tuo piccino.

2 Lasciagli il latte

Il “non dargli il latte così poi mangia” non ha assolutamente senso. Sia che si scelga di seguire lo svezzamento tradizionale, piuttosto che l’autosvezzamento, non devi assolutamente negargli il seno o il biberon. Ripetiamo insieme: alimentazione complementare, latte alimento principale fino all’anno, almeno.

Si, allattamento e svezzamento non sono affatto nemici giurati, anzi, direi che la natura ha pensato proprio a tutto. Dando modo ai nostri bambini, di passare al cibo solito gradualmente.

3 Lascia la bilancia

Lascia la bilancia e anche le paranoie. Per capire come funziona l’autosvezzamento devi dimenticare l’ansia del “non mangia”, perché in realtà, quei piccoli assaggini che probabilmente sta facendo, per lui sono tanta roba.

Inutile impanicarsi, si nutrirà con il latte, e, con i suoi tempi, sceglierà il ritmo con cui passare al cibo solido.

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Gestire il cibo solido

Cosa posso fare io genitore?

Come genitori possiamo accompagnare i nostri bimbi lungo questo viaggio, non semplice ma fondamentale per il suo sviluppo fisico e cognitivo.

  • Non guardare le tabelle: le tabelle sono state create per il “bambino tipo” e non tenendo conto della diversità di ogni singolo individuo, per questo seguire uno schema alimentare per neonati è un limite e tanti pediatri si sono adeguati a questa nuova visione. Quante delle nostre mamme ci raccontano che da piccole ci facevano assaggiare tutto (anche il caffè o la pesca nel vino)?
  • Quello che puoi fare oggi, non è ovviamente proporre vino, ma scegliere un’alimentazione variegata e sana per tutta la famiglia, prediligendo frutta e verdura di stagione.
  • Cerca di bilanciare carboidrati e proteine, prova cereali diversi e tanti legumi.
  • Poni attenzione a come somministri gli alimenti: i cibi vanno eventualmente tagliati secondo una certa modalità (non a rondelle, si ai tagli a 4 spicchi), alcuni formati di pasta sono più facili da gestire (come fusilli).
  • Segui un corso di disostruzione pediatrica (da fare sia con auotsvezzamento che con svezzamento tradizionale)
  • Armati di ricette sane e gustose, dai in rete ormai è davvero semplice (dove trovarne alcune).

Quindi come funziona l’autosvezzamento?

Insomma, questa cosa dell’autosvezzamento è un’occasione importante anche per stare più attenti all’alimentazione di tutto il nucleo famigliare. Ma quindi come funziona?

Funziona che si rispettano i tempi del bambino, che credimi si autoregola benissimo, si osserva e lo si accompagna passo dopo passo in questa scoperta, del resto auto-svezzamento vorrà pur dire qualcosa?

Tutte le tue paure sono legittime, per questo da mamma, ma anche da infermiera, ho deciso di sostenerti ed affiancarti in questo percorso: scopri il corso svezzamento a prova di bambino, oppure scrivimi per avere informazioni.

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