Ciuccio e allattamento al seno: interferenza o aiuto?

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Sei finita anche tu nell’eterna diatriba tra ciuccio e allattamento al seno? Mettiamo subito i puntini sulle i: è il ciuccio che è stato inventato per sostituire il seno, quindi, la frase “Prende il seno come un ciuccio” non ha fondamento. Ma è pur vero che, senza giudizi, il ciuccio è avvertito come strumento di aiuto e di supporto dai genitori. Attenzione però che non diventi motivo di interferenza con l’allattamento.

Eh, ma se l’allattamento è già avviato? Vediamolo insieme.

Ciuccio e allattamento al seno

Come ben sai, l’allattamento al seno è il modo in cui una madre nutre, attraverso il proprio latte, il suo bambino. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’allattamento al seno dovrebbe essere effettuato, in maniera esclusiva, nei primi 6 mesi di vita del bambino, favorendolo per tutto il suo primo anno. È importante assecondare le richieste del bambino (tanto che si parla di allattamento a richiesta, per approfondire ti consiglio il mio primo libro: Allatta che ti passa, L’alimentazione dei bambini dall’allattamento all’autosvezzamento. Disponibile anche su Amazon), senza limitazioni nelle poppate.          

L’allattamento al seno può essere continuato, anche dopo lo svezzamento, per 2 anni ed oltre, a seconda del desiderio della mamma e del bambino.

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L’allattamento apporta tanti benefici al bambino, ma anche alla mamma

L’importanza del latte materno per i piccoli                                                  

Il latte materno è un latte specie-specifico, perché il più completo dal punto di vista nutrizionale appositamente pensato dalla natura per i nostri piccini. Garantisce al neonato, infatti, le calorie, le vitamine, i sali minerali e le altre sostanze necessarie per una crescita ottimale, ed è più digeribile di quello artificiale (latte artificiale liquido o in polvere: come fare una scelta serena?). Tra gli altri benefici:

  • migliora lo sviluppo intestinale;
  • favorisce uno sviluppo fisiologico della bocca;
  • riduce il rischio di allergie ed asma;
  • migliora la vista e lo sviluppo psicomotorio;
  • protegge dalle infezioni, grazie anche al ruolo svolto dal colostro, ricco di sostanze nutritive e funzionali. Il latte materno contiene anticorpi che riducono l’incidenza e la durata di gastroenteriti, otiti, infezioni respiratorie e urinarie;
  • riduce il rischio di diabete, obesità in età adulta, malattie cardiovascolari e sindrome della morte in culla (SIDS);
  • rafforza il rapporto mamma-bambino (bonding).

Per quanto riguarda la mamma, l’allattamento al seno:

  • Aiuta a perdere il peso accumulato durante la gravidanza
  • Riduce il rischio di sviluppare osteoporosi
  • Riduce il rischio di sanguinamento post-partum
  • Riduce il rischio di anemia e malattie cardiocircolatorie
  • Previene alcune forme di tumore al seno e all’ovaio

Il latte materno, inoltre, è gratuito, pratico, sempre pronto e alla giusta temperatura.                                                                                      

Il ciuccio interferisce con l’allattamento al seno? Occhio!

1 Occhio in fase di avvio

In fase di avvio dell’allattamento esclusivo al seno, il ciuccio è sconsigliato: perché porta il tuo bambino a ciucciare (articolare la bocca e la lingua) in maniera diversa da quella che deve fare al seno con il capezzolo e l’areola.

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Se in questa fase delicata di apprendimento introduci qualcosa di diverso, il ciuccio ad esempio, lo confondi, implicando uno scorretto attaccamento al seno, con conseguente insorgenza delle ragadi. E allattare con le ragadi complica di molto la situazione, è molto doloroso e tante donne decidono di interrompere del tutto l’allattamento.

2 Occhio all’uso frequente

Sempre in fase iniziale, occhio anche all’uso frequente del ciuccio che potrebbe far arrivare tuo figlio troppo stanco al momento della poppata. Questo a sua volta, potrebbe causare anche una diminuzione della tua produzione di latte, rendere l’allattamento non più a richiesta, e comportare una minore assunzione di latte, e di conseguenza, ad un minore accrescimento di peso.

3 Occhio all’interferenza nutrizionale

Quando, invece, l’allattamento è ben avviato, quindi il bambino ha imparato a ciucciare bene dal seno nutrendosi a richiesta, l’uso del ciuccio può creare un’interferenza dal punto di vista nutrizionale, perché per calmare il suo bisogno nutritivo gli dai un “contentino”, per temporeggiare tra una poppata e l’altra.

Nell’allattamento esclusivo al seno a richiesta, questo diversivo disturba il ritmo normale del bambino, perché se chiede il seno ci sarà un motivo.

4 Occhio al bisogno di contatto

Ricorda che il seno, per il tuo bambino, non è solo fonte di nutrimento. Può essere, anche, la richiesta di aiuto per addormentarsi, il bisogno di una rassicurazione, una coccola o il semplice, ma necessario, contatto con te.

Non devi cadere nel preconcetto che, così facendo si vizi o si abitui. Il contatto gli serve per crescere forte e sicuro di sé.

Quando usare il ciuccio è un aiuto?

Il ciuccio si può usare, ma con moderazione, come sostituto del seno quando la mamma:

  • rientra a lavoro
  • fa uso di farmaci pericolosi per il bambino (sonniferi, ansiolitici, farmaci per l’emicrania, contro l’HIV/AIDS)
  • fa uso di droghe
  • sta facendo la radioterapia

In questi casi si rivela sicuramente un aiuto perché aiuta, in mancanza del seno, a soddisfare l’istinto naturale della suzione, una necessità del bambino, che aiuta a rilasciare le endorfine (l’ormone della felicità), che aiutano il bambino a sentirsi più sereno e tranquillo.   

Forzare a prendere il ciuccio non ti aiuterà

Ricorda invece, che bisogna sempre distinguere tra abitudine e necessità e se tuo figlio rifiuta il ciuccio non devi forzarlo a prenderlo. Il ciuccio, infatti, non è un bisogno del bambino, perché la suzione derivante dal ciuccio può ritrovarla “succhiando” il dito o facendosi coccolare dalla mamma.

È la suzione, non il ciuccio, a prevenire la SIDS (morte improvvisa del lattante), a calmare il bambino, ridurre le sensazioni dolorose, favorire il sonno.

Va, comunque, tolto tra il secondo ed il terzo anno di vita, quando la necessità di suzione inizia a svanire, perché l’uso prolungato aumenta il rischio di infezioni dell’orecchio medio e causa problemi ai denti (il disallineamento, per esempio).

Meglio il ciuccio o il dito?

Non tutti i bimbi prendono volentieri il ciuccio. Spesso preferiscono consolarsi con il dito. Per alcune mamme sembra la scelta migliore rispetto al ciuccio, perché non cade, non va sterilizzato ed è sempre a disposizione.

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Anche il pollice, però, crea danni, perché i bambini non solo lo succhiano, ma lo spingono contro il palato esercitando una forte pressione, che può sviluppare una malformazione dell’arcata dentaria, con conseguente deformazione e crescita scorretta dei denti.

Il vizio prolungato di succhiare il pollice può causare infezioni al dito stesso. Inoltre il bambino, succhiando, introduce facilmente aria nello stomaco, determinando meteorismo e coliche addominali.

È chiaro, quindi, che sarebbe meglio evitare sia il ciuccio, sia il dito e preferire, quando possibile, il calore del contatto mamma-bambino, ma io sono convinta anche che ognuna di noi debba trovare il proprio equilibrio di mamma (ed è quello che dico alle mamme che accompagno nei percorsi di parent coaching personalizzati e su misura!). E se il ciuccio diventa un alleato non devi sentirti meno mamma delle altre!

Un sostegno per le mamme

Se il ciuccio ha tanti lati negativi, perché viene incoraggiato il suo uso?

Perché le mamme si ritrovano sole ad accudire il loro bambino, in una società dai ritmi serrati, che non accetta errori. Non hanno sostegno, né supporti all’interno e all’esterno della comunità. La mamma è stanca, non perché allatta o si prende cura di suo figlio, ma perché si pretende che lo faccia senza mai fermarsi e senza aiuti.

E così ecco spuntare il ciuccio. Quando le si dice che non è una buona idea lo interpreta come un “Sei una cattiva madre devi occuparti tu del bambino”.

Il ciuccio non deve essere inteso come un sostituto della mamma, ma come sostituto  di tutte quelle persone che dovrebbero aiutarla nella gestione del bambino e delle incombenze quotidiane.

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La soluzione non è convincere le mamme a non usare il ciuccio, ma creare una rete di sostegno da mamma a mamma, da cui ricevere comprensione, sostegno, riconoscimento.

Non serve il ciuccio: serve una mano. Quindi, mai cadere in giudizi, ma piuttosto aiutare e supportare le mamme!

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