Guida facile sul babywearing!

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Avrai sicuramente sentito parlare di babywearing, di fasce e marsupi per “tenere pelle a pelle” i bambini. Ti saranno arrivate all’orecchio parole cariche di pregiudizi e timori, così come parole entusiaste di chi ne ha tratto tanti benefici, soprattutto dovendo gestire casa, lavoro e figli, anche solo come valido aiuto durante gli spostamenti o semplici commissioni.

Tu che idea hai del babywearing? Con questo articolo ti aiuto a far chiarezza e a conoscere i pro e i contro di questa genitorialità improntata sul contatto e sull’assecondare e rispondere ai bisogni primari del bambino.

Cos’è il babywearing?

Il termine babywearing deriva dall’inglese e letteralmente si traduce con indossare il bambino, mentre concretamente significa portare il bambino avvolgendolo al proprio corpo, pelle contro pelle, con idonei supporti, come fasce e marsupi.

È una pratica antichissima, non la moda del momento. Infatti, fin dal passato le donne in Africa, Asia, India e America hanno indossato il proprio bambino per necessità, perché impegnate ad accudirlo e, contemporaneamente, a svolgere attività legate alla sopravvivenza.

Portare in fascia il proprio bambino non è solo una questione di comodità, che permette alle mamme e ai papà (sì perché anche loro possono portare il bambino e trarne benefici) di poter svolgere senza difficoltà le loro incombenze quotidiane, ma è soprattutto il creare un ambiente il più possibile simile al grembo materno, rafforzando il bonding reciproco.

Inoltre, il babywearing può essere praticato sin dalla nascita e fino a quando mamma e bambino lo desiderano.

Portare in fascia: necessità fisiologica di contatto

Hai mai pensato che la richiesta del tuo bambino di stare in braccio sia un bisogno fisiologico e non un capriccio? Secondo la biologia comportamentale, infatti, il bambino nasce con l’aspettativa di ritrovare la dimensione dell’essere portato, come quando era nel grembo materno. I genitori, invece, si aspettano un bambino che mangia e dorme, con ritmi precisi, capace di auto-consolarsi, un esserino, quindi, separato da loro.

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Il babywearing diventa, così, un mediatore di aspettative tra genitori e bambino (ci avevi mai pensato? Se hai bisogno di un consiglio o di lavorare sugli obiettivi a cui aspiri da mamma, scopri i miei percorsi di parent coaching). Da una parte, il bambino si trova rispettato e accettato nella sua natura di portato, nei suoi bisogni di contatto, movimento, contenimento e legame, dall’altra il genitore, con il bambino contenuto (e contento) si sente competente per il suo benessere, libero di fare anche altre cose, oltre a tenerlo in braccio.

I supporti ergonomici

Partiamo dal presupposto che non esiste il supporto ideale e giusto per tutti, perché ogni mamma, ogni papà ed ogni bambino hanno le proprie esigenze.

Prima di conoscere i diversi supporti utilizzati per il babywearing è importante sapere che qualunque sia il supporto scelto:

  • la seduta deve andare dalla piega del ginocchio alla piega del ginocchio, il cosiddetto cavo popliteo
  • il bambino dovrà essere adeguatamente sostenuto e dovrà assumere una posizione a M, con il sederino più in basso delle ginocchia
  • il tessuto dovrebbe consentire che la colonna vertebrale non venga schiacciata, ma conservi la sua naturale curvatura a C

Esistono sul mercato tantissimi modelli e fantasie, da scegliere in base alla fisiologia del neonato/bambino e di chi lo porta, in base alla sicurezza, alla comodità e alla grammatura (una grammatura più alta assicura più sostegno, quindi è indicata per bambini più grandicelli; per i neonati va bene anche una fascia con grammatura più bassa).

Supporti ergonomici non strutturati

In questa categoria rientrano la fascia rigida e la fascia elastica.

  • Fascia elastica: è la prima che si consiglia, regge fino a circa 6-8 kg, e permette di portare il bambino pancia-a-pancia (l’unica posizione consigliata nelle primissime settimane di vita).                                                                
  • Fascia rigida: quando il bimbo inizia a sorreggere la testolina (generalmente intorno ai 3-4 mesi) si può passare ad una fascia rigida e realizzare diversi tipi di legature (solo davanti ovvero cuore a cuore, poi di lato e infine sulla schiena).

Supporti ergonomici semi strutturati

Di questa categoria fanno parte la fascia ad anelli (la Ring Sling) e il Mei Tai.

  • Ring Sling: si può usare quando il piccolo sostiene la testa, portandolo solamente sul fianco, quindi è un supporto che scarica il peso in maniera non ottimale. Per questo è consigliata solo per brevi spostamenti, in quanto la posizione laterale non distribuisce adeguatamente il peso e il baricentro del portatore non è in asse. Facilita il saliscendi quando il bambino vuole scendere e salire spesso.                                                                                                        
  • Mei tai: a metà tra una fascia e un marsupio. Il suo utilizzo è per il pancia a pancia e per la schiena. Non è contenitivo come la fascia e non permette tante variazioni (non si può portare sul fianco). A differenza del marsupio, essendo di pura stoffa senza lacci, cinghie e parti in plastica, con l’imbottitura anallergica, allevia il mal di schiena di chi porta e sostiene il bambino nel modo corretto.

Supporti ergonomici strutturati

marsupi-ergonomici

Qui rientrano i vari tipi di marsupi, da scegliere in base al peso e all’età del bambino. Sono composti da una sacca in tessuto provvista di cinghie da agganciare alla vita e sulla schiena.  Senza generalizzare o puntare contro il dito, i marsupi hanno tre grossi difetti:

  1. la seduta è piuttosto stretta, il bambino rimane “appeso” al marsupio e con le gambe penzoloni (facendo scaricare parte del peso al bambino e non al genitore);
  2. la struttura del marsupio è spesso rigida e molto imbottita e questo non consente di adattarsi alla struttura della schiena del bambino, costringendolo ad assumere posture non naturali, contenendo meno il suo corpo e dando poco sostegno alla testa;
  3. la maggior parte dei marsupi scarica il peso del bambino sulla schiena del genitore solo in due punti, rendendo scomodo portare il bambino oltre un certo peso.

Per questi motivi alcuni marsupi sono sconsigliati prima che il bambino abbia tre mesi, ma il mercato ne offre ormai tanti da poter utilizzare sin dall’inizio, a patto di saperlo fare e di rispettare la sicurezza e la fisiologia dei più piccini (posso usare il marsupio i primi mesi?).

Babywearing e buon senso

Le fasce porta-bebè sono preziose alleate, ma vanno sempre utilizzate in modo corretto (come scegliere la fascia porta bebè?). Vediamo alcuni importanti accorgimenti:

  • non usarle nella posizione culla;
  • no al loro utilizzo nella posizione fronte mondo;
  • mai indossarle durante lo svolgimento di attività potenzialmente pericolose (come cucinare);
  • mai indossarle mentre sei alla guida;
  • mai immergerti in acqua con il bambino fasciato da un supporto;
  • controlla sempre l’integrità del prodotto, e se qualche parte dovesse essere scucita/danneggiata non usarlo;
  • finché non hai acquisito la sicurezza necessaria, prova le legature vicino ad un letto, ad un divano o facendoti aiutare dal papà. La soluzione migliore sarebbe farti aiutare da una consulente;
  • assicurati sempre che le vie respiratorie (naso e bocca) del neonato siano libere e non compresse contro il tuo corpo o coperte dal tessuto.

5 falsi miti sul babywearing

Anche quando si parla di babywearing non mancano i pregiudizi e i falsi miti, che vanno assolutamente sfatati per non generare panico infondato. I più comuni sono:

  1. Se lo tieni troppo in fascia non camminerà mai. Falso, perché i bambini fanno capire benissimo quando sono pronti a questa tappa.
  2. Se lo tieni troppo in braccio, si vizia. L’aria si vizia, non i bambini! Se il bimbo non vuole più stare in fascia, te lo farà capire; se, invece, ha bisogno del tuo contatto va bene così.
  3. Se lo porti, avrà troppo caldo e suderà tanto, soprattutto in estate. Non è vero, perché la termoregolazione dei bambini è diversa dalla nostra.
  4. Se lo porti troppo non si svilupperà bene la schiena. Il babywearing è un portare attivo, che consente al bambino di sviluppare il tono muscolare anche così.
  5. Attenzione, in fascia il bimbo non respira. Se il bimbo è posizionato correttamente, assicurati che ci siano sempre 2 dita dal mento al collo; in questo modo non si chiuderanno le vie respiratorie.

I benefici del portare in fascia

E dopo i falsi miti sul babywearing lasciamo spazio ai benefici che ne ricavano mamma (o papà) e bambino. Portare in fascia significa ricreare per il neonato un ambiente simile a quello del grembo materno. Pelle a pelle con la mamma ritrova il suo habitat naturale, percepisce il calore, l’odore e i rumori a lui familiari (quelli materni del respiro e del battito cardiaco), sentendosi protetto e sicuro. L’esigenza del contatto, lo ripeto, è un bisogno istintivo e ancestrale, la cui soddisfazione è estremamente importante per il neonato.

I benefici del portare un figlio non sono solo pratici, ma soprattutto fisici e psichici, sia per il bambino che per la madre.

I benefici per il bambino

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  • regola la temperatura corporea (i bimbi a contatto con la pelle della mamma si termoregolano, evitando di soffrire il caldo o il freddo;
  • regola il battito cardiaco e il respiro;
  • sviluppa il senso dell’equilibrio (necessario per mantenere il suo corpo vicino a quello della madre);
  • apporta sollievo dal reflusso gastroesofageo e dalle coliche;
  • consente un corretto sviluppo delle anche (evitando la displasia);
  • riduce l’appiattimento del capo (plagiocefalia) causato dall’ appoggio prolungato del piccolo durante il sonno e i pisolini;
  • favorisce l’interazione del bambino con l’ambiente circostante e il suo successivo sviluppo;
  • migliora l’efficacia terapeutica in bambini prematuri o con disabilità;
  • migliora il sonno;
  • non presenta controindicazioni quando il bambino ha la febbre;
  • permette al bambino di non respirare i gas di scarico provenienti dalle auto in quanto posto in posizione più alta

I benefici per la madre

  • favorisce l’allattamento, perché il contatto pelle a pelle sviluppa la produzione di ossitocina, di conseguenza aumenta la prolattina e quindi la produzione di latte;
  • si rafforza il legame mamma-bambino, anche perché comprende immediatamente i bisogni del bambino, prima che la richiesta sfoci nel pianto. Questo aumenta la competenza e l’autostima;
  • previene la depressione post-partum (la vicinanza col bambino stimola la produzione di ossitocina, ormone antidepressivo);
  • quando l’allattamento al seno non è possibile il babywearing permette di recuperare quel rapporto e quel contatto che non si può vivere durante l’allattamento;
  • distribuisce in modo omogeneo il peso del bambino, affaticando meno schiena, spalle e braccia;
  • dona maggiore praticità, libertà e serenità: la madre torna subito ad essere indipendente, abbatte le barriere architettoniche e si isola meno, perché avendo le mani libere può svolgere contemporaneamente altre attività.

Babywearing in estate: paura di sudare portando in fascia

Con l’arrivo del caldo il babywearing non è assolutamente controindicato, come si potrebbe pensare. Il bambino tra 0 e 6 mesi non è ancora in grado di termoregolare in maniera autonoma, quindi stare a contatto con il corpo di un adulto lo farà sudare in maniera positiva, e dissipare il calore che accumula, cosa che non sarebbe in grado di fare da solo.

Come mi vesto in estate per portare in fascia?

Anche se fa caldo il tuo bimbo ha voglia del tuo contatto. Come vestirsi?

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Ecco qualche consiglio:

  • vestiti leggeri per te ed il tuo bambino. Lui può indossare anche solo il pannolino (ricordati un cambio se pensi di toglierlo dal supporto);
  • tessuti naturali sia per l’abbigliamento sia per la scelta del supporto. Prediligi cotone, seta, lino, bamboo o canapa.
  • no tessuti sintetici (come la viscosa), perché fungono da barriera per lo scambio di calore che permette la termoregolazione.

Il pagne africano

Una valida alternativa in estate, sia in spiaggia, sia in città è il pagne africano,  un pezzo di stoffa simile per dimensioni ad un pareo. La legatura dietro la schiena ti consente di avere le mani libere, senza quella sensazione pressante di calore, che senti quando porti cuore a cuore.

È consigliato, infatti, perché permette di portare sulla schiena in sicurezza e leggerezza, ed è indicato da quando il bambino ha già sviluppato la capacità di gestire la testa da solo, per non gravare sul collo e la schiena.

In spiaggia via libera anche a marsupi e fasce

Il pagne non è l’unico supporto che puoi portare al mare (approfondisci con i miei consigli pratici per il babywearing d’estate). Potresti scegliere anche:

  • i marsupi leggeri e richiudibili;
  • la fascia ring: tenere il bambino posizionato su un lato riduce la sensazione di soffocamento e di calore che deriva dalle altre posizioni;
  • la fascia elastica: devi solo scegliere la legatura giusta per il periodo estivo.

Babywearing in inverno: freddo non ti temo

Portare in fascia in inverno, anche con il freddo pungente, è possibile e con i giusti accorgimenti ti sembrerà meno difficile di quanto immagini. Il petto della mamma, infatti, rappresenta un accogliente ambiente naturale che aiuterà il piccolo a regolarizzare:

  • la temperatura;
  • il battito cardiaco;
  • la pressione sanguigna;
  • la respirazione

E la fascia in lana aiuta a non disperdere il calore che si è formato dal contatto fra il tuo corpo e quello del bambino.

Come mi vesto in inverno per portare in fascia d’inverno?

La domanda nasce spontanea, ma non è per nulla banale o scontata “Chi tra mamma e bambino deve coprirsi di più?”

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  • Tu mamma devi indossare una giacca o cappotto (il materiale non ha importanza), con apposito inserto, in modo da avvolgere entrambi e che sia facile da aprire quando, per esempio, entri in un negozio o sali su un mezzo pubblico. In questo modo eviterai gli sbalzi di temperatura che potrebbero interferire con il processo di termoregolazione del calore;
  • se non vuoi acquistare una giacca o un cappotto puoi utilizzare una cover, cioè uno specifico pezzo di stoffa (una copertina di pile o un inserto più strutturato), che andrà inserito nella fascia o nella giacca con apposite cerniere;
  • il  bambino può vestirsi a cipolla; l’importante è che sia un abbigliamento semplice, che non gli provochi sensazioni di disagio o che lo faccia sentire bloccato;
  • sì, quindi, a calzamaglia e leggins di cotone e lana. No a tute, tutine intere, jeans e pantaloni di ciniglia o pile che, oltre a risultare poco comode, impediscono di sfruttare il calore generato dal corpo dell’adulto,                                                                                        
  • è importante che il bambino indossi un cappellino in cotone o in lana, a seconda della stagione, in quanto disperde calore dalla testa, e calze o copriscarpe imbottiti con laccetti, così che la parte più esposta ed esterna alla fascia non prenda freddo se decidi di utilizzare una cover.

Babywearing per tutti

Ti stai ancora chiedendo se il babywearing faccia per te? Non sei sicura di aver fatto bene la legatura o di aver posizionato correttamente il tuo bambino?

Per te e per tutte le mamme che vogliono imparare a portare in fascia ho creato il video corso on line “Babywearing per tutti”. Al corso è associato un gruppo Facebook privato di supporto per chiarimenti e confronti con altre mamme, dove hai la possibilità di postare foto e video delle legature che fai e avere la mia correzione.

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