La preoccupazione di sottoporsi a indagini diagnostiche che richiedano l’uso di anestesia, radiologia o l’assunzione di farmaci, sia in gravidanza che in allattamento, è del tutto comprensibile. A complicare la situazione, arriva puntuale il parere del medico di turno, che arriva spesso a suggerirti di non allattare o, addirittura, ti esorta a smettere di farlo. Ecco perché è arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza sul binomio anestesia dentista e allattamento.
Curare una carie, estrarre un dente o sottoporsi a una pulizia approfondita del cavo orale, possono portare per molte persone a una sensazione di ansia e stress. Quando poi l’appuntamento con il dentista è per una mamma che allatta al seno, allora le preoccupazioni si sommano con quella di poter fare del male al proprio bambino attraverso il latte materno. Se inoltre consideriamo che molti medici odontoiatri ci mettono del loro, consigliando di interrompere l’allattamento in caso di cure dentistiche, capiamo benissimo che la confusione è veramente tanta. Cerchiamo di fare il punto della situazione.
Cosa dice l’OMS su anestesia dentista e allattamento?
La letteratura scientifica di questi ultimi anni e lo stesso Ministero della Salute Italiano, indicano che non esistono incompatibilità tra l’allattamento al seno e l’utilizzo di alcuni farmaci anestetici comunemente usati per le cure odontoiatriche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS, inoltre, specifica che sono rare le controindicazioni che possono portare a una interruzione dell’allattamento al seno. Procedere con una cura dentale che richiede farmaci, anestesia e utilizzo di indagini radiologiche non rientrerebbero tra queste eccezioni.
Differentemente un cavo orale trascurato o non curato, potrà portare a problematiche serie sia in gravidanza che nel periodo post parto in concomitanza o meno con l’allattamento al seno. Il proliferare di batteri che causano le più fastidiose e dolorose carie che conosciamo bene o male quasi tutti, possono passare attraverso la saliva ai nostri bambini.
Come? Basta un gesto molto semplice come mettersi in bocca la tettarella, il ciuccio per chi lo utilizza o semplicemente l’atto di soffiare sul cucchiaino quando il cibo ci appare troppo caldo, per passare una quantità di batteri dannosi che andranno a intaccare le difese immunitarie dei nostri bambini.
Rivolgersi al proprio dentista di riferimento e al medico curante, è sempre la soluzione migliore per togliersi qualsiasi dubbio, ma attenzione partendo già con le idee chiare ancora prima che il problema si presenti.
Prevenire è meglio che curare? La carie in gravidanza
Sempre. In qualsiasi situazione e soprattutto quando andiamo a coinvolgere il cavo orale e i denti che lo compongono.
Capisco perfettamente che questo sia un argomento che faccia venire i brividi lungo la schiena a moltissime persone. Me compresa non lo nego ma ben sapendo a cosa si vada incontro, sono consapevole che sia un tema che andrebbe affrontato già nei primi mesi di attesa del proprio bambino.
La gravidanza è un periodo che coinvolge il nostro corpo in un processo molto complicato e che ha nello sviluppo del feto, il perno di ogni cambiamento dell’organismo di una donna (quando si vede la pancia in gravidanza?).
Nei nove mesi ci sono in ballo un sacco di sconvolgimenti che partono dal sistema endocrino, con gli ormoni che fanno il twist per arrivare al sistema immunitario, che invece preferisce scatenarsi con un tuca tuca. Balli di gruppo che partono da immancabile nausea e vomito soprattutto nel 2° e 5 ° mese di gestazione, che possono provocare un aumento della salivazione acida, causa di molte patologie della bocca. Tra queste proprio le carie.
Cosa possiamo fare noi a questo punto per non arrivare a dover richiedere l’intervento del dentista in gravidanza?
Brevemente, possiamo provare a seguire alcune semplici accortezze (ma sempre tenendo bene a mente che ci sono peculiarità e predisposizioni personali alla carie a vari livelli):
- Corretta alimentazione utile a prevenire iperemesi (termine che indica vomito e nausea tipiche di una gravidanza) e diabete gestazionale;
- Bere molto acqua così da poter mantenere basso il livello di acidità presente nel cavo orale e scacciare le opportunità dei batteri di proliferare;
- Un’accurata pulizia dei denti da effettuarsi prima della 20esima settimana di gestazione rivolgendosi a un igienista o odontoiatra professionale. In questo frangente potete anche chiedere informazioni su come procedere in caso di cure dentali nella fase di allattamento al seno. Informarsi sempre prima è un ottima soluzione per non trovarsi impreparati.
- Corretta igiene del cavo orale con l’utilizzo di dentifricio e spazzolino non aggressivi che vadano ad intaccare lo smalto dei denti e alzino troppo il livello di acidità in bocca.
Questi consigli che riguardano il periodo della gravidanza possono rimandare per un periodo l’appuntamento con il dentista, ma ahimè non evitarlo del tutto. In particolare quando accadrà di dover ricorrere alle cure per una carie, o un’estrazione, e si sta allattando è bene ricordare che non sarà necessario rinunciare a offrire il seno al proprio bambino (salvo situazioni particolari, ovviamente).
L’anestesia del dentista è compatibile con l’allattamento?
La paura che alcuni farmaci, componenti dell’anestesia, siano dannosi per il nostro bambino è lecito per qualsiasi genitore ed è sempre bene avere a mente quali essi siano. Nella pratica odontoiatrica gli anestetici comunemente usati risultano da recenti revisioni di letteratura medica, compatibili con l’allattamento. I farmaci utilizzati per infiltrazione sono:
- lidocaina
- bupivacaina
- ropivacaina
- mepivacaina
- articaina.
Prima di tutto, richiedi al tuo medico odontoiatra, o igienista dentale, di darti indicazioni su quale farmaco verrà somministrato, e se esso non rientra in quelli sopra indicati, o i dubbi permangono, puoi consultare un utile sito che ti permetterà di avere maggiori informazioni di compatibilità. In questo caso basterà fare una ricerca su E-lactancia per avere un quadro chiaro e preciso da poter passare al proprio dentista.
E il gas esilarante?
In egual misura la sedazione da ossido nitroso (gas esilarante) ed ossigeno, utilizzata nella pratica odontoiatrica per provocare un rilassamento generale del paziente, mantenendo comunque vigile ed attento, è compatibile con l’allattamento al seno. La sua insolubilità nel flusso sanguigno lo renderebbe idoneo portando a proseguire la relazione con il proprio bambino una volta che l’effetto andrà a risolversi, svanendo del tutto.
E puoi fare anche i raggi!
In caso si debba ricorrere ad eventuali diagnosi con indagini specifiche dove si necessita l’uso di radiografie, o i più comuni raggi X, sappi che questi non incidono sul latte materno in alcun modo, e potrai proseguire con l’allattamento al seno senza problemi. In particolare l’utilizzo di raggi ionizzanti per la radiologia, ultrasuoni per le ecografie e i campi magnetici della risonanza magnetica nucleare, non risultano essere dannosi per il latte materno.
In caso che queste rassicurazioni non ti bastino, e pensi di dover fare assolutamente qualcosa per proteggere il tuo bambino, puoi giocare d’anticipo
Prima di sottoporti a qualsiasi esame, cura o visita odontoiatrica che prevede un’anestesia, una somministrazione di un farmaco o una radiografia puoi tirarti il latte conservandolo in frigorifero (come conservare il latte materno tirato) per poi utilizzarlo nelle ore successive. Anestesia dentista e allattamento sono più conciliabili di quanto si possa pensare, ma le informazioni corrette non sono sempre facili da reperire, richiedi sempre conferma in caso di dubbi (contattami senza impegno!).
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