Una delle preoccupazioni maggiori confidatami dalle “mie mamme e neomamme” è quella sulla gestione di: allattamento e lavoro. Il ritorno a lavoro sancisce un momento molto particolare, sia per la mamma che per i neonati, e in generale per tutto il nucleo familiare. Il primo vero distacco, una routine tutta nuova alle porte, e in aggiunta “l’ansia da allattamento”. Come gestire le poppate considerando che gli orari saranno diversi? Serve davvero il passaggio al biberon?
Credo innanzitutto che non ci sia una regola univoca, e che ogni mamma debba trovare innanzitutto il giusto equilibrio, perché la sua serenità è la serenità dei suoi piccini. Ma ci sono una serie di cose che devi sapere, perché non sempre questo cambiamento deve essere vissuto male: è semplicemente un cambiamento. Proviamo insieme a vedere come “abbracciarlo”.
- Smettere di allattare
- Dipende dall’età del bambino
- Il tiralatte serve davvero?
- I bambini vanno abituati al biberon?
Allattamento e lavoro: smetto di allattare!
Molto spesso si associa il ritorno al lavoro alla fine dell’allattamento. In realtà, allattamento e lavoro, non sono necessariamente “nemici” in guerra: mettiamo fine alle ostilità piuttosto, non all’allattamento!
L’allattamento al seno, anche se esclusivo, può benissimo continuare anche quando è necessario il rientro a lavoro. Devi innanzitutto sapere che la legge italiana tutela l’allattamento: nel primo anno di vita hai infatti diritto a delle ore di permesso quotidiane.
Allattamento e lavoro step 1: Organizzare
Il primo consiglio che posso darti è molto semplice e di tipo pratico: rivedi l’organizzazione. Pianifica la tua attività lavorativa, laddove possibile, altrimenti modifica le vostre abitudini. Organizzati in modo tale da allattare prima di uscire e al tuo rientro (se parliamo di bambini dopo l’anno), magari preparando delle merende o spuntini alternativi. All’inizio ci sta che i piccolini non gradiscano, ma probabilmente piano piano, cominceranno ad apprezzare la novità e accetteranno il cambiamento.
Se si tratta di bambini più piccoli, allora potresti gestire le ore di permesso rientrando a casa per allattare, se sei abbastanza vicina, o un alternativa chiedi a chi si occupa dei bimbi in tua assenza, di raggiungerti sul luogo di lavoro per la poppata. O ancora, scegli un nido nelle vicinanze… insomma, non ti abbattere ma pensa ad una soluzione fattibile nel tempo.
Mi rendo conto che non è semplice, ma si può fare.
Dipende dall’età dei bambini
Come già anticipato, ci son da fare le dovute differenze se si tratta di allattamento di neonati di pochi mesi, ancora in modo esclusivo (ricordo che l‘OMS raccomanda l’allattamento esclusivo fino al sesto mese compiuto), piuttosto che di bambini di sei mesi ed oltre che cominciano ad avvicinarsi all’alimentazione complementare.
Allattamento e lavoro possono convivere, ma solo tenendo presente l’età dei piccolini, e gestendo di conseguenza l’organizzazione proprio in base a questo fattore determinante.
Un neonato ha indubbiamente bisogno di latte materno, quindi non arrenderti, ma cerca il modo migliore per voi per continuare ad allattare. Valuta tutte le possibilità e scegli la migliore per voi!
Il tiralatte serve davvero?
L’idea di iniziare a fare piccole scorte di latte materno è sicuramente una buona alternativa. Ma tante volte le mamme provano ad utilizzare il tiralatte ed hanno scarsi risultati, così prova oggi, prova domani, mollano gradualmente il tiro. Con questo non voglio demonizzare il tiralatte, che resta sempre un ottimo aiuto, ma ciò che funziona bene per me, non è detto vada bene anche per te.
Quindi, se decidi di utilizzare un tiralatte, fai prima delle prove, alternando i seni, e cercando di stimolare quotidianamente la tua produzione. Prova quello manuale o quello elettrico e trova la tua via. All’inizio estrarrai probabilmente poco latte: è del tutto normale, ma piano piano la produzione dovrebbe aumentare (a proposito di produzione di latte).
Spremitura manuale del seno
Sappi che, ancor prima di ricorrere ad un tiralatte, puoi procedere anche con la tecnica della spremitura manuale del seno.
Come funziona? Innanzitutto il seno va stimolato per alcuni minuti, più volte al giorno, effettuando un vero e proprio massaggio con dei movimenti che servono a stimolare la fuoriuscita del latte materno. Per alcune donne potrebbe risultare difficile farlo in autonomia, per questo ci sono figure professionali, come la mia, in grado si supportarti anche in questa fase così delicata.
Anche per evitare ingorghi, soprattutto all’inizio, quando il tuo seno è ancora calibrato per un certo numero di poppate, la spremitura manuale è una procedura molto importante e consigliata.
Non aver paura di chiedere aiuto, ne vale della tua, la vostra, serenità.
I bambini vanno abituati al biberon?
Capita spesso che mi chiediate se i bambini vanno abituati al biberon, in vista del rientro al lavoro. La verità è che non è strettamente necessario, e qui torniamo alla questione organizzazione. Come sempre, si tratta di scegliere. Cerca di non farti dominare dalla paura, respira e pensa a cosa ritieni più giusto.
Io ti posso dire che i bambini, sin dai primi mesi di vita, hanno una capacità di adattamento innata e molto spiccata, più di quanto avvenga negli adulti. Possiamo tranquillamente affermare che “fanno di necessità virtù”.
Quindi il biberon è necessario nella misura in cui faccia sentire noi più tranquille, e lo capisco assolutamente, senza alcun giudizio. Ma questa cosa che i bambini vadano necessariamente abituati al biberon è da sfatare.
Conclusioni
Allattamento e lavoro fanno parte di un nuovo percorso, che spesso spaventa particolarmente le mamme, ma che può decisamente portare ad una nuova fase altrettanto bella e speciale. Il consiglio è sempre lo stesso: quello di ascoltare se stesse e i propri piccoli, siete voi a dover valutare cosa è meglio. Tenendo ben a mente che la serenità è parte imprescindibile di questo cammino chiamato maternità!