Allattamento e coliche: ma che davvero?

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“Il mio bimbo piange sempre. Avrà sicuramente una colica perché ho allattato!”. Ecco un’ affermazione che forse avremo già sentito tutti nella nostra vita nelle vesti di genitori. Intere generazioni cresciute a suon di “pane e colica” ripetuto ad ogni pianto inconsolabile di un neonato, giustificato sempre con questa risposta. Siamo veramente sicuri che sia sempre colpa delle coliche? Quanto c’è di vero nel rapporto tra allattamento e coliche?

Quello che ti posso dire è che non tutti i pianti dei neonati sono così facilmente riconducibili alle colichette, anzi, in verità sono molto pochi. Scopriamolo insieme, continua a leggere.

Allattamento e coliche: non credere a tutto!

Quando si parla di allattamento e coliche gassose, molte persone credono di detenere la verità assoluta, così associano anche senza pensarci troppo, tutti i fastidi del neonato proprio a questo binomio. Ma è davvero così strettamente connesso?

Quando poi un neonato piange, e il suo corpo si accartoccia, le sensazioni ed emozioni che è in grado di mettere in moto in un genitore sono molteplici. Il primo pensiero è quello che il proprio figlio stia soffrendo e che il dolore sia dovuto a ciò che nel linguaggio comune, chiamiamo colichette. 

Allattare i primi mesi è senza dubbio impegnativo, tra continui risvegli e continue richieste, può diventare abbastanza estenuante per le neo-mamme (diventare mamme è un viaggio meraviglioso ma non sempre facile). Se poi ad ogni battito di ciglia del neonato diciamo sempre sia colpa dell’allattamento e dei cibi che ha mangiato prima di allattare (ecco cosa mangiare in allattamento), allora povere mamme, al danno la beffa!

Perché i neonati piangono?

In realtà, i casi in cui si può veramente parlare di coliche gassose dei neonati sono pochi e, nella maggior parte delle volte, le cause scatenanti di un pianto inconsolabile, sono altre come:

  • la stanchezza che si fa sentire nelle ore serali;
  • troppi stimoli durante la giornata;
  • la fame, il sonno e il pannolino sporco;
  • bisogno di contatto, sicurezza;
  • sfogo;
  • il reflusso con o senza rigurgito. 
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Esistono varie scuole di pensiero, così che, se da un lato ci parlano di coliche come eventi fisiologici, dall’altra ne negano addirittura l’esistenza. La verità, come tutte le cose, sta sempre nel mezzo, e seppure sappiamo che le coliche esistono, non tutti i bambini ne soffrono. Non è una cosa automatica o un passaggio obbligato!

Cosa sono esattamente le colichette?

Prima di parlare di allattamento e coliche dobbiamo capire cosa sono esattamente le coliche dei neonati.

Si tratta di una situazione ben precisa che avviene nel corpo umano, attraverso l’introduzione di aria nel tratto gastro intestinale. La fatica di espellere ed evacuare porta a una sofferenza a livello addominale, che il neonato esprime conseguentemente con il pianto, essendo il suo unico strumento comunicativo.

Come si ingerisce aria è il primo dubbio che andremo a risolvere, e che ci permette di capire come nella maggior parte delle volte, si utilizza il termine colica a sproposito. I comportamenti in cui un neonato tenderà a dimostrare il suo disagio sono molteplici e possono essere causati da un’ingerenza eccessiva di aria provocata da:

  • il ciuccio;
  • il biberon;
  • i paracapezzoli;
  • l’allattamento misto che sottopone la flora intestinale a un lavoro continuo di adattamento;
  • il passaggio dall’allattamento artificiale al latte vaccino che pone la flora intestinale a un ulteriore sforzo di adattamento (periodo finestra).

Il pianto dei bambini

Ulteriore causa di aria nel pancino possiamo trovarla nel pianto stesso, che non è altro che la somma di tanti piccoli problemi che il neonato riscontra in una giornata tipo come ad esempio l’iperstimolazione. Se hai un bambino piccolo avrai fatto caso che in tardo pomeriggio, intorno alle diciotto (minuto più o meno), raramente avrete un proseguimento tranquillo. L’adulto già di per sé è stanco dal lavoro o dalle fatiche quotidiane, e gli risulta facile capirne la reale causa, non possiamo dire altrettanto quando si parla del pianto serale di un neonato. 

Il pianto serale che viene scambiato per la maggior parte delle volte in coliche in realtà è un modo di scaricare la tensione accumulata nella giornata. Una iperstimolazione che appare normale se consideriamo che fino a pochi giorni, settimane e mesi il neonato si trovava in una situazione ovattata nella pancia della mamma dove non esistevano rumori o luci. Una volta fuori nel mondo tutto appare incomprensibile e a volte eccessivamente forte da poterlo gestire autonomamente che il pianto è l’unico strumento a disposizione per gridare il proprio disagio. 

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4 cose che devi sapere su allattamento e coliche

Nei neonati allattati al seno, la causa di un pianto serale che porterà ad immettere aria nella pancia, potrà essere causata da un’emissione più debole del latte (riflesso di emissione: sai cos’è?) per via degli ormoni che ne modificano il flusso. In egual misura un ulteriore fastidio potrebbe essere causato da un’emissione forte del latte che lo porta a deglutire di fretta a volte con colpetti di tosse o difficoltà stessa nel nutrirsi. 

  1. Attaccarsi e staccarsi, piangere ed essere irrequieti portano a incanalare ulteriore aria. Inoltre, è bene per la mamma che allatta al seno di prestare attenzione ad assumere bevande eccitanti. Il tè, il caffè, bevande gassate contenenti caffeina, alcool o la cioccolata calda passano attraverso il latte materno. 
  2. Potenzialmente un neonato allattato al seno che non usa interferenti come il ciuccio, il biberon, i paracapezzoli e l’allattamento avviene a richiesta con una forma di alto contatto piange poco perché i suoi bisogni sono riconosciuti. Questa considerazione ci accompagna a porre un’ulteriore domanda su quali possano essere i comportamenti da utilizzare perché non avvengono le condizioni che abbiamo appena descritto. 
  3. Ulteriore causa di un eccessivo pianto potrebbe essere dovuta da una forma di reflusso che può essere con rigurgito o silente ma che porta a piangere di più per via dell’acido che risale per l’esofago. 

Cosa fare in caso di coliche gassose?

Se siamo in presenza di coliche o comunque disturbi che innervosiscono i neonati di sera, dobbiamo prima di tutto cercare di “accogliere” quel pianto, senza pensare a vizi o altro. Il consiglio è quello di riprodurre il più possibile l’ambiente uterino ricreando una condizione molto simile a quando il neonato era nella pancia della mamma. Il babywearing, il portare in fascia con un contatto pelle a pelle, avranno nel neonato un effetto calmante e rilassante che sia un pianto inconsolabile per uno dei tanti motivi o una rara colica, noteremo subito il cambiamento (scopri il mio corso online per portare in fascia: Babywearing per tutti). 

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Il contatto pelle a pelle con il calore del portatore saranno avvolgenti come un ritorno all’utero materno portando a calmare e tranquillizzare il neonato che in caso di aria nel pancino, potrà rilasciare lo sfintere buttando fuori il suo disturbo. La stessa posizione ad M che viene assunta utilizzando la fascia o un marsupio ergonomico possono facilitare ogni eventuale fastidio causato. 

Cosa non fare!

Ciò che non servirà al neonato sofferente saranno sicuramente goccine e rimedi casalinghi per risolvere un comportamento alla base errato, ma anzi per esperienza, posso assicurarvi che alcune vitamine erano la causa scatenante di questa condizione.

In conclusione

Sono sicura che non sia facile portare pazienza e riuscire a stare calmi per qualsiasi genitore, ma sappiamo che ad un neonato serve avere qualcuno che riesca a rispondere ai suoi bisogni. 

Riassumendo, possiamo dire che le coliche esistono ma sono estremamente rare e, soprattutto, non sono la causa del pianto (perlopiù il contrario). Potenzialmente i bambini ne possono soffrire, ma avendo ben in mente quali comportamenti evitare, abbiamo ulteriori strumenti perché non accada. In ogni caso no panic, e consulta il pediatra di riferimento per indagare a fondo la situazione.

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